Non tutti i vini naturali sono per forza buoni

Da più di un decennio bevo quasi solo “vini naturali”.

Quasi tre lustri dove il mondo del “naturale” è maturato prendendo coscienza della propria forza, anche e specialmente ideale, e questo a dispetto dei ripetuti strali di un certo tipo di enologia, della stampa e di certi “influencer” che continuano a guardare con compassione mista a disprezzo tutti quelli che hanno preso questa strada.

Quando va bene, il fenomeno “naturale” veniva, e tutt’ora è, catalogato come “moda passeggera”.

No, assolutamente, il “vino naturale” è ormai un fenomeno strutturale.

Però, c’è anche un’altra faccia della medaglia, che è quella che mi porta a rifiutare l’etichetta, anzi, lo “stereotipo ideologico”   vino naturale = per forza vino buono.

Non tutti i vini naturali sono per forza buoni mano che versa il vino

Equazione che per alcuni, specialmente i neofiti di questo mondo, ha assunto un forte connotato ideologico e di adesione tribale, cosa che spesso nasconde solo prese di posizione poco meditate e coscienti, da tifoso calcistico insomma.

Certo… mettendo da parte alcuni mostri sacri del naturale nostrano, che salvo scivoloni, hanno fatto sempre le cose decisamente per bene, per fortuna sono stati smaltiti nella pattumiera della storia “certi naturali” della prima ora, perché lo spacciare evidenti difetti come “indizi di naturalità” è stato un grandissimo errore, in primis per chi quei vini li ha prodotti, poi per tutto il movimento dei “naturalisti, e infine per chi di questo ne ha fatto materia di divulgazione…

Così, nell’anno domini 2021, è raro trovare naturali con difetti così marcati tanto da catalogarli seduta stante come “imbevibili”.

Meno male!

Però… e qui attendo il lancio di oggetti contundenti dai naturalisti ancora più “estremisti” di me, voglio evidenziare un fenomeno (in crescita…) che sto osservando, specialmente tra i naturali assaggiati negli ultimi tempi, che è quello dei vinetti naturali corretti, ma scialbi, insipidi, nulla più.

Mica vini dalle volatili stellari spacciate per “tipicità”, bucce di salame come “sentore tradizionale del vitigno”, e ridotti in stile pavimento vineria periferica anni ‘60, ma solo vinetti di scarso appeal, che dietro le migliori intenzioni e lo strombazzamento (tra le righe…) della parola naturale, offrono solo modestia e banalità sensoriale in calice.

Senza difetti, senza pregi. 

No, come tutte le cose, anche il vino naturale va approcciato laicamente.

Premetto che, come tutti i “naturalisti strong ho un concetto dei difetti diverso dai sacri canoni e, la mia “asticella dei “difetti” è più in alto.

Un tocco di volatile che “vola via dopo poco l’apertura per me non è un difetto, ma un buongiorno che ci da il vino.

Un tocco di rifermentazione, sempre se non a livelli da seltz, è un quid” sensoriale che rende più intrigante la beva e così via discorrendo…

Però, resta l’assioma: un vino insulso o peggio ancora cattivo, pur se fatto con le migliori intenzioni ed incasellato come naturalenon è un vino buono.

Punto.

Non tutti i vini naturali sono per forza buoni donna che brinda

Non tutti i vini naturali sono per forza buoni

Equalcosa che bisogna avere la forza di gridare, ne va della “salute” stessa del mondo del naturale!

Il mito del buon selvaggio, è in agguato appena dietro l’angolo.

non tutti i vini naturali sono per forza buoni

3 commenti su “Non tutti i vini naturali sono per forza buoni”

  1. Sono un appassionato bevitore (e distributore ) di vini naturali, sono capitato per caso su questo sito ma devo dire che mi siete piaciuti molto.
    Condivido il vostro approccio sincero ed equilibrato.

    Complimenti

    Saluti

    Domenico Bonanno

    Rispondi
  2. Ciao Fabio,
    Condivido pienamente il tuo articolo. Mi considero un appassionato che nn vuol dire un esperto. Mi piacerebbe il confronto ma mi rendo conto di 2 difficoltà: la prima che una bottiglia può nn essere il sunto di produzione. Secondo alcune persone “più esperte” nn dichiarano mai in che relazione sono con il produttore…La trasparenza vorrebbe che Tu dichiarassi o ti astenessi se troppo coinvolto. Buona giornata

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    • Buon pomeriggio Stefano e grazie del commento.
      Andando oltre i personali parametri tecnici, che in special modo nel mondo del “naturale” risentono spesso di prese di posizione “ideologiche” e di una diversa sensibilità “sensoriale”, una singola bottiglia non fa primavera

      Però, il sunto del mio articolo lo si riassume in due punti.

      1 – Per fortuna di “vini naturali” che sono imbevibili o catastroficamente difettati, non ne vedo più.
      2 – Da qualche anno a questa parte, alcuni “naturali”, specialmente (mica tutti eh…) quelli di nuove cantine sono sensorialmente abbastanza scialbi.
      I classici “compitini” ben fatti, ma senza capacità di trasmettere sensazioni vere, oltre la scontata e generica “correttezza” che, diciamocelo, non si nega a nessuno.

      Non so se questa corsa all’essere piatti e rassicuranti è voluta per non spaventare i nuovi consumatori, oppure per incapacità tecnica di chi li fa.

      Invece, la tua osservazione sui conflitti di interesse tra chi scrive e chi produce, è vera e reale, perché l’intreccio tra influencer, comunicatori, presunti critici che non distinguono una salsiccia da un salame, pseudonominati esperti, e non ultima un certo tipo di stampa, è inestricabile più della jungla di tarzan…

      Nel mondo del cibo questo andazzo (che ben conosco professionalmente) purtroppo è ormai quasi la norma.
      Il mondo del vino sta seguendo a ruota, purtroppo.

      Personalmente, sono libero e indipendente, e… le bottiglie di cui scrivo (sempre se lo meritano) le pago personalmente, e questo lo possono confermare parecchi produttori che mi conoscono personalmente.

      Se poi, generosamente i produttori ci inviano campionature e/o omaggi, li avviso preventivamente che potremmo anche NON scriverne, come spesso accade…
      Stessa storia per ristoranti e prodotti.

      Qui si su https://www.gastrodelirio.it si fa critica pura, non marchette!

      Per meglio estrinsecare, apri questo link del “Manifesto di gastrodelirio” – https://www.gastrodelirio.it/manifesto-di-gastrodelirio/ – in 8 anni di vita, lo abbiamo sempre rispettato alla virgola.

      Spero che continuerai a seguirci!

      Rispondi

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