La morte dei caprioli belli

Di Serena Manzoni

Ho un’amica speciale, e questa è una cosa importante. È speciale per svariati motivi, per quelle affinità che portano all’affetto, per la presenza e la fiducia, per le cene improvvisate con quanto c’è nel frigorifero e in dispensa (poco in realtà, la mia amica speciale non è una gourmet ed ha un rapporto ostico e un po’ annoiato con il cibo), ma soprattutto è speciale perché ogni vota che esco da casa sua ne esco con un libro in mano. Lettrice accanita, dona i suoi libri, adducendo la spiegazione che nella sua casa da single disordinata non c’è più spazio per nuovi libri, che legge e regala a piccole biblioteche montane e a me. E ditemi che questo non è speciale…

la morte dei caprioli belliQuesta volta me ne torno con La morte dei caprioli belli di Ota Pavel, edito da Keller editore, con traduzione dal ceco di Barbara Zane. Non ne sapevo nulla, ne dell’autore ne del libro, nel titolo bellissimo la promessa di qualcosa di ignoto, di invitante, intrigante. È stata una scoperta in effetti, piacevole e commovente, da rileggere di tanto in tanto, per quella sensazione di leggerezza che trasmette tra le griglie della catastrofe. Giornalista sportivo, nato a Praga nel 1930, arriva alla scrittura passando attraverso la malattia mentale, la scrittura stessa usata come terapia, una scrittura che racconta soprattutto la sua infanzia e la sua giovinezza, la sua famiglia ed in particolar modo suo padre, personaggio quasi fiabesco, mascalzone e divertente, il nostro eroe.

la morte dei caprioli belliMi piace proporvi libri il cui tema non è quello del cibo, ma in cui il cibo compare in svariate modalità all’interno della narrazione: quando ci permette di riconoscere abitudini alimentari di tempi e di luoghi che non sono i nostri, quando diventa segnale o simbolo di sentimenti o di situazioni psicologiche o storiche, poiché il cibo è necessariamente parte della quotidianità umana e quindi anche di quella dei tanti uomini e donne che popolano le letteratura e le arti. La morte dei caprioli belli è colmo di cibo, di pesci e di focaccine di semi di papavero, di selvaggina e di gulash, di birra e salsicce di Maceška. La passione per la pesca del signor Popper, rappresentante di commercio e padre dello scrittore riempe i racconti di carpe e lucci e altri pesci di acqua dolce che popolano fantastici laghetti, eterno motivo di preoccupazione per la paziente e saggia moglie che deve badare ogni volta alla fantasia un po’ anarchica del marito. Il cibo che accompagna i racconti di Pavel, è a mio avviso un “cibo del prima”, in qualche modo dell’infanzia, il cibo di quando Ota Pavel si chiamava ancora Popper, di quando il nazismo non aveva ancora portato nei campi di concentramento il padre e i fratelli, di quando il comunismo ancora non era entrato nelle loro case, di quando la malattia mentale non aveva ancora portato lo scrittore negli ospedali psichiatrici.

la morte dei caprioli belli
Ota Pavel

Proprio nel racconto che dà il titolo al libro l’autore ci racconta di come il padre abbia voluto dare ai figli “la possibilità di abitare in una baita dove il pane profuma dentro il forno e si fa il burro nella zangola, perché un giorno davanti a quella baite ci sarebbero state parcheggiate delle Skoda MB, all’interno i televisori avrebbero diffuso chiarore intermittente, avrebbero servito caffè nero e del pane sbiadito”. Non è però soltanto un inneggiare a cibi arcaici, piuttosto un ritorno al prima, come già accennavo, un salto in un indietro pieno di sogni e leggerezza.

Si tratta di un libro divertente e fresco, ottimista e allo stesso tempo malinconico, fa pensare un po’ a Chagall e alla sua levità ma con più humour, un po’ al Woody Allen di Radio Days, o più semplicemente, fa pensare a quando eravamo piccoli e scartavamo una bustina di figurine. E allora grazie Raffaella, amica speciale, che mi ha donato una bustina con una figurina che mi mancava e con qualche doppia da poter scambiare.


Ota Pavel – La morte dei caprioli belli
Titolo originale:  Smrt krásných srncu
Traduzione di Barbara Zane
pag. 158 – Euro 13,50 – Edizioni Keller 2013

 Piccola biblioteca gastrodelirante di Serena Manzoni

1 commento su “La morte dei caprioli belli”

  1. Un piccolo adorabile e ben scritto libretto.
    Peccato solo per la diffusione, quasi clandestina direi…
    In ogni caso da leggere e rileggere…

    Rispondi

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