Se siete in cerca di un vino buono, rassicurante e ben fatto, proprio come la coperta di Linus, ma non sciuè sciuè da aperitivo da tramonto marittimo, girate a largo.
Il vino della cena di stasera è ormai un “classicone”, cioè uno di quelli che anche se lo dai a bere (basta non dirgli che è un “naturale”…) a uno degli svariati “dottori del vino”, va a finire che gli piace pure e ne tesse lodi sperticate, apostrofandoti poi con il classico «finalmente bevi qualcosa di buono e non le solite puzzette infarcite di volatile!».
Immaginate voi quando invece gli smascherate la bottiglia, e gli dite: è un “naturale”, anzi, un Triple A!
Fregato!
E, si: perché il SP68 Rosso IGT 2019 di Arianna Occhipinti, oltre ad essere buono e senza ombra di difetti, mette davvero d’accordo tutti.
Un gran bel blend IGT in prevalenza di Frappato e Nero d’Avola, fermentazione spontanea e macerazione sulle bucce per 15 giorni.
Affinamento in vasche di cemento per sei mesi, nessuna filtrazione, trenta giorni buono buono in vetro e poi via ad affrontare i mari turbolenti del mercato, e i sensi di quelli che vogliono bere bene.
Inutile dire che in cantina & vigna le enoporcherie, così care a molti produttori, sono rigorosamente bandite.
Al calice un bel rosso rubino, mentre al naso è subito ribes e bei sentori di terra, intrecciati però a spezie calde e timo.
In bocca è sorprendentemente fresco, morbido e avvolgente quanto basta (di nuovo la coperta di Linus…) di beva scioltissima, forse anche per i “soli” 12,5° di alcol, e con tannini giusti e mai invadenti.
Il finale è lungo, godurioso quanto basta a far desiderare un’altra bottiglia, e a ben raccontare senza trucchi e belletti il territorio.
Basta poco per stare bene!
Non inorridite, ma visto che sono un novello Girolamo Savonarola, stasera lo berrò con seppie & piselli in casa.
L’ho già fatto, e incredibilmente funziona bene, poi… bevetevelo con quel che vi pare!
Agricola Occhipinti
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