Di Fabio Riccio,
Premessa: non me ne vogliano i nostri lettori sardi…
Di recente sono stato in Sardegna, più precisamente in Gallura, facendo base a Palau.
Ho gironzolato molto la zona, non limitandomi come certi turisti mordi & fuggi solo alla bella costa e alle splendide isole (Spargi, Caprera, La Maddalena, Budelli etc etc…), ma ho esplorato anche l’interno (Tempio Pausania, Nuraghes e altro…) e oltre a questo ho anche trovato un po’ di tempo per una interessante puntata in Barbagia, tra Nuoro e Orgosolo.
Poco da dire, tutto bene, tutto molto bello.
Evviva! porzioni alla Sarda
La Sardegna, come sempre accade tutte le volte che ci sono stato (parecchie nella mia vita…), mi piace e mi affascina molto, i sardi pure.
Riguardo al cibo, pur non avendo per motivi di tempo potuto provare tutte le potenziali tavole gastrodeliranti della zona, e causa distanza viaria anche quelle degli chef più famosi, in prevalenza nel sud dell’isola, devo dire che ho mangiato il più delle volte bene, più che bene.
Il livello medio dei locali provati in Gallura e dintorni è stato più che lodevole.
In generale ottima materia prima, sia terragnola che ittica e bravi interpreti dietro i fornelli, questo anche nei ristoranti (a torto) considerati “minori”.
Tutto bene? porzioni alla Sarda
Quasi… perchè in quasi tutti i posti visitati ho riscontrato quello che per me è stato un problema.
Non un problema di qualità, assolutamente, ma un problema di quantità…
Porzioni alla Sarda
Porzioni troppo, troppo abbondanti…
Porzioni alla sarda, si: proprio così me le ha definite un simpatico cameriere.
Eppure, nei miei precedenti “tour sardi”, al vero quasi sempre nella zona sud della bella isola (Cagliari, Sulcis e Campidano) pur in un contesto di generale generosità delle porzioni, non avevo visto la medesima abbondanza. Porzioni alla Sarda
Sarò pure un continentale con lo stomaco anchilosato (proprio io?), avrò pure (come al solito) la puzza al naso, aggiungeteci pure che sono all’oscuro degli usi del nord dell’isola, ma ovunque, e con questo intendo davvero ogni luogo dove ho mangiato, ho visto porzioni così abbondanti che avrebbero spaventato pure Pantagruel!
Intendiamoci, non sono il tipo schifiltoso che vuole venti grammi di pasta per primo, oppure solo un solo pesciolino o tocchetto di carne per secondo.
Non sono a dieta, mi piace mangiare e sono anche un pochetto sovrappeso.
Ma il vedermi arrivare a tavola piatti di più di tre etti e mezzo di fregola con un putiferio di arselle (ottime!), oppure un vassoio di un metro di lunghezza per trenta centimetri di larghezza con dentro un arrosto di pesce che normalmente sfamerebbe una famiglia intera, mi ha colpito.
Stessa identica storia per paste e carni…
Ora, non tocca a me indagare sui motivi di questo vero e proprio “inno all’abbondanza”, e nemmeno lo stigmatizzarlo troppo, ma queste porzioni alla sarda, almeno per come intendo io la cucina, sono davvero troppo abbondanti. Stop.
Anzi: non solo abbondanti, ma a ben pensarci anche antieconomiche, almeno per i ristoratori!
Perchè? porzioni alla Sarda
Semplicemente perché una volta prese le misure di queste porzioni alla Sarda, in tutti i posti dove ho mangiato mi sono limitato a ordinare una sola portata, al massimo una portata più il dolce…
Peccato, cari signori ristoratori Galluresi, siete in generale molto bravi… ma per favore, almeno per noi poveri “continentali” portate in tavola porzioni più umanamente gestibili!
Probabilmente, con porzioni minori avrei completato il mio abituale percorso dall’antipasto al dolce, passando per primo, secondo e gli eventuali extra.
Per i ristoranti sarebbe stato un maggior introito, e per noi a tavola un migliore excursus gustativo per avvicinarsi a una bella e interessante cucina a noi non troppo nota.
Vabbè… in ogni caso evviva la Sardegna, e spero di tornarci presto, davvero!
porzioni alla Sarda
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?