Di Fabio Riccio,
Ma si!
Poca tecnica, niente nomi roboanti, niente puzze & puzzette al naso (letteralmente) ma solo un bel vino da bere in allegra compagnia. la cuvée du chat
Già rodati da una godibilissima e quasi onirica bottiglia di Gaia, un grande e complesso Fiano della Cantina Giardino, non paghi rilanciamo, ma (come al solito) contraddicendo ereticamente le sacre scritture di un certo tipo di sommellerie, queste si’ letteralmente con la puzzetta al naso, decidiamo di “scendere” per passare a un rosso (forse…) meno impegnativo.
La Cuvée du Chat 2015.
A leggere l’etichetta sul retro, è un semplice “Vin de France”, alias la denominazione che da qualche anno ha preso il posto della precedente denominazione “Vin de table”.
Però, visto come è “copione” un certo mondo enologico nostrano, e visto anche il proliferare in Italia di troppe denominazioni, da buona cassandra mi aspetto prima o poi che qualche “tecnico in vena di originalità” (spalleggiato dai soliti politici) si inventi una nuova denominazione: “Vino d’Italia”.
Come se non ce ne fossero già abbastanza.
Secondo me, qualcuno ci ha già pensato…
Vabbè, andiamo avanti… nell’etichetta de La Cuvée du Chat 2015 c’è scritto poco.
Niente vitigno, niente informazioni su come si lavora in vigna o cantina, solo il minimo di legge.
Neanche le solite sviolinate sui possibili accostamenti con il cibo, o le improbabili storielle di personaggi famosi che nel secondo secolo a.c. già bevevano questo o quel vino…
Panzane antistoriche da marketing “fai da te”, che però ancora piacciono a un certo tipo di pubblico.
L’unica cosa che sappiamo è che La Cuvée du Chat è un Triple A, che per me è già un ottimo indizio – ci basta.
Senza troppe moine riempiamo i calici, e pur in un contesto di scarsa illuminazione, da dietro il vetro ci illumina un rosso rubino limpido, a tratti opalescente, anche gli archetti ci sono: giusta larghezza e ben visibili.
Un bel colore, un bel biglietto da visita.
Al naso subito c’è una festa di sentori di frutta rossa, forse per qualche palato (presunto…) smaliziato “troppo” semplici, ma in ogni caso seducenti, con ombre di amarena e ciclamino che dominano sul tutto, sfumando poi in un fresco quasi balsamico.
A pensarci bene, sembrerebbero quasi sentori da macerazione carbonica, magari mi sbaglio…
Chissà.
In bocca La Cuvée du Chat mostra un gusto nitido, quasi profilato verso il secco, ma c’è anche corpo, consistenza e bei tannini che si avvicendano a una giusta e piacevole nota sapida.
Il finale, dopo qualche ulteriore piroetta evolutiva, regala al naso altre note speziate, questa volta di vaniglia, e in bocca un che di avvolgente, quasi da cacao masticato.
Un vino solo apparentemente semplice, caldo e piacevole, a tratti persino morbido.
Pochi fronzoli e tanto costrutto, si: cari lettori gastrodeliranti, La Cuvée du Chat 2015 mi è piaciuto anche per la sua incredibile bevibilità e piacevolezza.
Mi piace perché non cerca di essere altro che un vino fatto bene, un vino da bere in compagnia.
Anzi, in questo caso, voglio spendere l’aggettivo “concreto”, e definirlo anche un vino acqua e sapone, quasi da tutti i giorni, non è affatto riduttivo.
E’ un complimento, provare per credere!
La bottiglia finisce subito, è tardi, quasi ora di andare a nanna.
But… “curiosity kill the cat” (qui ci sta proprio bene!) e inizia la ricerca capire in dettaglio cosa abbiamo bevuto.
Per questo, basta uno smartphone da poche decine di euro…
Notizie in giro per il web pochine, ma mi salva il sito Triple A.
Così scopro che La Cuvée du Chat è prima di tutto un Gamay nero a polpa bianca in purezza, vinificato dall’azienda Marcel Lapierre tramite macerazione carbonica e con un breve affinamento in botti di rovere usate. A parte il legno, siamo quasi come il Beaujolais Nouveau, però in cantina (logicamente per un Triple A) si lavora rigorosamente “naturale”, e con questo aggettivo, ovviamente virgolettato, si intende tutto un modo rispettoso di operare sia in cantina che in vigna.
Bingo! la cuvée du chat
Ci ho azzeccato, chiari sentori da macerazione carbonica, naso & palato funzionano ancora!
Per i lettori poco avvezzi alle tecniche di vinificazione, macerazione carbonica inclusa, consiglio di dare un occhio qui, è un articolo molto breve! https://it.wikipedia.org/wiki/Macerazione_carbonica.
In pratica, il nostro La Cuvée du Chat è anche un po’ parente dei nostri vini novelli.
Però, gente… che differenza, che classe, anzi: non confondiamo gli stracci con la seta!
Purtroppo, e lo dico con rammarico, la maggioranza dei novelli Italici lasciano molto, ma molto a desiderare, questo anche a causa della attuale legislazione troppo di manica larga.
Leggendo con un minimo di attenzione i disciplinari di produzione, ci si rende conto che sotto la voce “vino novello” è permesso molto, troppo forse, e così facendo si è svilita quella che è una tecnica di vinificazione interessante, cosa di cui noi di Gastrodelirio ci siamo già occupati di recente – Vedi – https://www.gastrodelirio.it/fabio-riccio/vino-novello-for-dummies/2016/10/ – logicamente, sempre con le dovute e lodevoli eccezioni…
In ogni caso, il nostro La Cuvée du Chat, che spero di incontrare al più presto nelle mie enoperegrinazioni, è senza dubbio un gran bel vino gastrodelirante, molto ma molto godibile, perché neanche terminata la prima bottiglia, si ha già la voglia di berne un’altra, e un’altra ancora!
Un vino che mi piacerebbe trovare al supermercato sotto casa, come degno e piacevolissimo compagno per qualche cena organizzata all’ultimo momento…
Lo so, è solo un sogno… la cuvée du chat
Domaine Lapierre la cuvée du chat
Rue Du Pré Jourdan 69910
Villié-Morgon, Beaujolais
Francia
Tel. +33 03 74 04 23 89
http://www.marcel-lapierre.com/
informations@marcel-lapierre.com
Jean-Claude Chanudet
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?
SALVE, GRADIREI SAPERE DI JEAN-PAUL CHANUDET, COSA CENTRA. GRAZIE PER LA RISPOSTA
JEAN-PAUL CHANUDET semplicemente è chi realizza il vino, vedi https://oenopole.ca/les-vignerons/detail/jean-claude-chanudet/