Lettera aperta ad un astemio

Di Fabio Riccio

Con piacere sto iniziando a notare che gastrodelirio inizia ad essere sempre più seguito. E questo lo dicono sia i numeri delle visite, con un trend in buona e continua crescita, che il numero dei commenti, che per certi articoli mi ha davvero sorpreso.

E proprio a proposito di uno di questi commenti, da poco ricevuto riguardo un mio articolo – vedi – https://www.gastrodelirio.it/fabio-riccio/il-sommelier-turno/2014/07/ – intendo spendere qualche riga rispondendo pubblicamente al Signor Mario che mi ha postato questo commento:

Ho scoperto solo da poco questo sito, e in tutta onesta’ devo dire che mi piace e continuero’ a seguirlo. Mi diverte e intriga la scelta di dedicare tutto lo spazio enologico per i “vini naturali”.
Voglio dare anche io il mio contributo alle varie duscussioni che leggo qui su i sommelier.
Io sono sommelier da quasi 40 anni, ho i capelli bianchi, e sono professionista quasi, visto che le mie belle comparsate nel piccolo schermo e in manifestazioni varie non sono tanto poche.
Purtroppo e con rammarico mi trovo a dover degustare (assaggiare) insieme a colleghi quasi sempre piú giovani.
Con cognizione di causa vi posso ASSICURARE che tanti, ma proprio tanti colleghi (non tutti, ma neanche così pochi) anche se imperversanti in TV , sulla carta stampata, su internet e nelle degustazioni dal vivo, e ANCHE in quelle di alcune guide blasonate, in effetti “recitano”, nel senso che nonostante tutto non hanno alcuna capacita’ di discernimento di sapori e aromi.
Sono persone che si sono buttate in questo mondo non per passione, ma solo per soldi e in cerca di visibilità. Ne conosco e ne vedo troppi in giro di questi… In questi ultimi anni il vino va di moda, e tutti si buttano.
Purtroppo (o per fortuna) discernere aromi e sapori e si’ attività che richiiede esperienza e allenamento, ma anche una naturale predispisizione, e cosa piú importante
PASSIONE.
Una ultima cosa chiedendo scusa per lo spazio rubato, ma lo sapete che in giro per l’italia ci sono in giro sommelier che si dichiarano astemi? Ma siamo diventati tutti pazzi? Un sommelier astemio come fa’ a dare un giudizio completo se si toglie il piacere di far entrare in se quello che deve esaminare e descrivere ad altri. Sommelier “
castrati“, evirati, e se donne permettetemi la parola forte, infibulati!!
Perche’ voi del sito non provate a fare qualche indagine su questo? E’ un fenomeno che mi lascia allibito…

lettera aperta ad un astemioDunque… egregio signor Mario, il suo articolato commento non fa’ che confermare quello che ho scritto nel post in oggetto (in verità anche in altri).

La vera e propria inflazione di mediocri (come preparazione) sommeliers ben pronti a decantare pappagallescamente e senza il timore di essere ridicoli, quelli che sembrano davvero dei “mantra” ai poveri “non iniziati”, non può che fare male, anzi malissimo al mondo del vino in Italia.

Però, e questo credo non sia solo in mia opinione, è ancor peggio vedere questi personaggi manifestamente inadeguati che, a vari livelli, complice questa epoca dove la mediaticità e l’abilità di saper apparire vengono messe avanti alla preparazione tecnica, disquisiscono di vino e cibo senza averne benché minima preparazione e, cosa altrettanto importante, senza alcuna traccia di passione, neanche in dosi omeopatiche.

Purtroppo è vero, ma queste persone cercano e vogliono solo visibilità, e se malauguratamente la riescono ad avere, è solo perché hanno “scovato” i canali giusti, magari nelle vesti di qualche politicante di provincia che li ha aiutati.

Invece, gentile signor Mario, è interessante l’ultima parte del suo commento, cioè il riferimento a quello che io definirei un “ossimoro”, cioè l’esistenza di sommeliers astemi.

Sapevo già qualcosa a riguardo, ma seguendo il suo consiglio ho fatto un giro lettera aperta ad un astemiogooglando in rete, e letteralmente mi sono venuti i capelli dritti. Questi ossimori ambulanti, alias i sommeliers astemi esistono. In questo caso non ci sono parole che bastano, perchè la “fiction” supera di molto la realtà.  Io rispetto gli astemi, per carità, ci mancherebbe altro, è una scelta e non sta a me dare giudizi sulla bontà o meno, di quella che appunto è una scelta e basta.

Ma… il volere la botte piena e la moglie ubriaca (qui ci sta proprio bene il proverbio), limitandosi a non deglutire e in certi casi neanche a assaporare il vino mi sembra una stortura allucinante, per non usare termini più pesanti che lascio agli “strizzacervelli”.

Nella storia dell’umanità, a quanto pare la civilizzazione sembra che sia coincisa con la trasformazione dell’uva in vino (e di seguito con la prima sbronza).

Da quel giorno lontano, il vino non solo ha deliziato i nostri pasti, ma ci ha fatto scoprire l’amicizia, l’innamorarsi, il celebrare feste, ci ha rincuorato, ci ha dato coraggio e tanto altro. Credo, che non esista al mondo nulla di più triste di un sommelier astemio.

Insomma, con la giusta misura, e cosa più importante, con la giusta compagnia, con un bicchiere di vino non ci si annoi mai. E al diavolo tutti quei sommelier, presunti esperti di vino (astemi & non) che appena hanno occasione (e remunerazione…) ciarlano in modo indecifrabile e autoreferenziale frasi fatte come guitti di quart’ordine sul carro di tespi. Questi signori (sempre in giacchetta e tastevin, eh…) alla fin fine trattano il vino come fosse una medicina: un approccio senza traccia di emozioni ne’ di sentimenti – è questa in assoluto la cosa più grave di tutta la faccenda.

Prima di chiudere questa che è una sorta di lettera aperta ad un astemio, riproduco qui qualche riga che un grande dell’enologia Italiana, il bravo Salvo Foti ha dedicato all’esame gustativo del vino nel piccolo e delizioso libretto “Come bere bene”.


L’esame gustativo

Gustare è come baciare. La lingua diventa un organo importante, che avvolge, separa, assapora e identifica, così come nel vino i gusti, nell’annata/ o gli umori orali, attraverso il contatto intimo delle stesse labbra e della stessa lingua. E’ significativo come molti degustatori professionisti di vino, quando devono valutarlo in bocca, per meglio concentrarsi e apprezzarlo, chiudono gli occhi. Conoscete qualcuno che nel dare baci intensi sta con gli occhi aperti?

 

 

2 commenti su “Lettera aperta ad un astemio”

  1. A quanto pare in questo sito sembra “scoppiato” un piccolo incendio.
    Quindi… anche io butto la (mia) METAFORICA BENZINA SUL FUOCO.

    PRIMO PUNTO: di Sommeliers che di vino non ne capiscono molto ne vedo tanti, anzi, più sono supponenti e meno ne capiscono.
    Però, sono anche quelli sempre pronti con la giacchina sottobraccio a correre a dstra e manca se c’è qualche soldino da arraffare
    biasciacando formule magiche su vini (spesso ciofeche) che dovrebbero essere solo butati nel lavandino.

    Per mia esperienza li definisco sommeliers “da montagna”, perchè sciamano abbondantemente nelle località montane in estate, molto più di caprioli e stambecchi spacciando per tipici del territorio robaccia che quando va bene e fatta in regione, altrimenti stracciando la geografia portando in Veneto vini Friulani quasi fatti in slovenia, spacciandoli per territoriali (cosa vista con i miei occhi pochi giorni fà sulle alpi bellunesi).

    SECONDO PUNTO: Sommeliers astemi – ma con tanti mestieri (e passioni al mondo) ma proprio al vino questi signori si devono dedicare?
    Io detesto ballare, non mi piace e se ci provo sembro un Yoghi e BuBu messi insieme. Ma non mi viene neanche in mente di inventarmi maestro di ballo, davvero in Italia siamo alla pazzia
    Però, come ho già letto qui su questo sito, il peggio lo fanno sia chi rilascia l’attestato di Sommelier a questa gente, sia anche chi gli da spazio… che vadano in mona tutti quanti!

    Rispondi
  2. Di certo al peggio non c’è limite.
    Anche io curiosando in rete, spinto dalla lettura di questo articolo ho scoperto delle vere e proprie chicche di “saggezza” riguardo a i Sommeliers astemi.
    C’è di tutto un po’… da quello astemio per dettami religiosi, a quello che si limita ad annusare il vino perchè si ritiene talmente bravo da indovinare per via “paranormale” le note gustative al palato e la persistenza nel cavo orale…
    Ma, la cosa ancora più impressionante è che questi qui (i sommelliers astemi) godono anche di buoni uffici e giustificazioni da una certa stampa (mi sa’ un bel po’ marchettara – eh… si: un sommelier astemio fa’ tanto “figo” e nota di colore!)
    Di sicuro se al tavolo mi vedo arrivare un sommelier dichiaratamente e notoriamente astemio, o chiedo qualcun’altro, oppure mi alzo e vado via cancellando il ristorante capace di questa abnormità dalla lista dei miei preferiti.
    Ma siamo davvero tutti impazziti?
    Se per tuoi (rispettabilissimi) motivi scegli di non bere alcol… non puoi permetterti quell’affronto all’intelligenza umana che è fare il sommelier da astemio, ma ancor peggio è chi gli ha rilasciato il “pezzo di carta” che lo dovrebbe certificare come “sommelier” (virgolette d’obbligo!!!). Ma in questi dannati corsi, non si “boccia” nessuno? anche qui “marchette”???????

    Rispondi

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