Di Serena Manzoni
È da un po’ di tempo che mi lambicco con l’idea di una nuova rubrica per Gastrodelirio: dopo la Piccola Biblioteca Gastrodelirante, ecco a voi la prima puntata della Piccola Cineteca Gastrodelirante! Quello che vale per la letteratura vale in questo caso anche per il cinema: pieno zeppo di cibo, di mangiate e di ristoranti, di abbuffate grandi e piccole e di birre curiose in attoniti paesaggi finlandesi… non riuscivo però a trovare la spinta adatta per iniziare a scrivere, da dove cominciare? Con la polenta di Olmi nel film L’albero degli zoccoli? Con Greenaway? Con Mondovino?
No, non ne avevo voglia. Voglia che invece mi è venuta vedendo Dove vai in vacanza?, film a episodi del 1978 diretti in ordine da Mario Bolognini, Luciano Salce e Alberto Sordi. Film minore sicuramente, anche rispetto a tantissime altre commedie all’italiana, ma perfetto per la serata un po’ annoiata in cui l’ho scovato, visto soprattutto perché la prima immagine che mi si è presentata era quella di Ugo Tognazzi dopo aver mestamente saltellato da un canale all’altro tra improbabili reality, partite e dibattiti regionali. Lo so, avete ragione, i film non andrebbero visti in questo modo, ma cosa posso farci se i cinema, sempre meno, della nostra amata Italia piangono spettatori e programmi (figuriamoci retrospettive…)?
Comunque, dove sta Ugo Tognazzi ci sta per forza del cibo… ed eccolo infatti consolarsi per le sue disavventure con Stefania Sandrelli con un pasto come si deve, che magari ce ne ricorda altri più noti. Questo nel primo episodio “Sarò tutta per te” di Bolognini; “Si, buana” invece è il secondo episodio, diretto da Salce, dove troviamo un Paolo Villaggio alle prese con un safari in Africa come accompagnatore di un gruppo di industriali e affini, alla ricerca di emozioni e avventure esotiche abbuffandosi indecorosamente di tipica cucina italiana, lasciando al fantozziano protagonista un’improbabile cucina africana. Terzo e più convincente episodio, “Le vacanze intelligenti” diretto e interpretato da Alberto Sordi. Le vacanze del titolo sono quelle di una coppia di romanissimi fruttivendoli sovrappeso, organizzata dai loro tre figli con il desiderio di migliorare i loro genitori con una cura da cavallo di cultura e dieta. Eccoli quindi in viaggio tra tombe etrusche, terme, la Biennale di Venezia e musica dodecafonica, il tutto intervallato da tristissimi pasti: una fetta di roastbeef, due olive, riso scondito etc… le conseguenze saranno catastrofiche, finiranno per ribellarsi alle imposizioni dei figli “scienziati” con una mangiata memorabile con conseguente lavanda gastrica. Alla fine però le generazioni in conflitto troveranno un punto di contatto in un piatto di spaghetti, allegro trait d’union tra figli e genitori e chissà che partendo dal cibo non inizi il recupero di abitudini e valori del passato. Certo la morale della favola non è del tutto condivisibile e un po’ semplicistica, ma l’episodio è a tratti veramente spassoso.
Non è certo un film che ha cambiato la storia del cinema, ma va bene per cominciare la Piccola Cineteca Gastrodelirante, non trovate? L’aspetto godurioso della tavola, in questo caso in sostituzione di quello del letto, tanto per fare un po’ di psicologia spicciola… il cibo stereotipato dei vacanzieri italiani in cerca dell’immancabile pastasciutta negli angoli più reconditi del globo, il cibo come evidenza di valori culturali e sociali e come mezzo di contatto e di dialogo tra i due… e la prossima volta di cosa posso scrivere? Della polenta di Olmi nel film L’albero degli zoccoli? di Greenaway? Di Mondovino?
Serena Manzoni
Mamma mia… che belle ed intelligenti risate, sempre con un giusto retrogusto di amaro in questo film.
Visto e rivisto almeno 10 volte, ma sempre con immenso piacere!
Grandissimo film, non capito a pieno da molti però…
Una delle migliori prove con Sordi regista…