Darsi all’ittica – fenomenologia del villeggiante

Una delle molte, forse troppe eccentricità italiche è quella che vede balzare il consumo di pesce nei mesi di luglio e agosto, mentre per svariate ragioni che tutti gli zoologi e biologi marini ben conoscono, la miglior stagione per riempirci la pancia di ittici, sarebbe quella che va da aprile a fine giugno.

Fin qui tutto nella norma, anche perché le ferie di gran parte dei nostri connazionali sono (quando le hanno…) tra luglio e agosto, anche questa una eccentricità quasi solo italiana.

Indi & poscia… voglio ricordare che (come tutti gli anni tra luglio e agosto) i 7500 e più chilometri di coste della penisola e isole aggregate, sono assaltati da orde di vacanzieri inferociti, che oltre l’inscindibile trinomio di sole, mare e “movida notturna”, hanno disperatamente voglia di spanciarsi di pesci, gasteropodi e molluschi bivalvi (e non…) più o meno ben cucinati dalle decine di migliaia di ristoranti e trattorie specializzati…

darsi all'ittica

Tutto ‘sto pippone è per ricordare al lettore che in Italia l’offerta di pesce “nostrano in questi due mesi “caldi” sotto ogni punto di vista, per elementari ragioni di numeri, non soddisfa neanche minimamente la domanda…

Il resto da dove arriva?

Abito da tanto tempo in una cittadina di 30 e più mila abitanti, sul mare, cittadina che insieme ad tante belle (e brutte) cose, ha un dinamico porto peschereccio con una agguerrita marineria che, manda avanti una nutrita flotta peschereccia, che ha molta ma molta importanza nell’economia della cittadina.

Per farla breve, abito in un posto di mare dove per fortuna (normalmente…) il pesce non manca!

Però, nonostante non ci sia più la mezza stagione, l’estate alla fine arriva anche qui.

darsi all’ittica

Arrivano i villeggianti, strana (sotto)-specie umanoide, più o meno danarosa, più o meno invadente, più o meno intelligente, ma sempre, a parte qualche caso di conclamata “ittiofobia”, affamata di pesce, ma nello stesso tempo abbastanza ingenua.

 

Chi più, chi meno, ma tutti almeno una (due, tre, quattro etc etc) mangiata/mangiate di pesce in vacanza se la concedono, altrimenti che vacanza al mare è?

Ed ecco che per accontentare questo picco di domanda di ittici cotti e non, lungo tutte le coste italiane negli ultimi 30 e passa anni sono sorti tanti, troppi ristoranti dedicati al mare, quasi come funghi dopo la pioggia.

darsi all'ittica

Tirando le somme, i villeggianti in vacanza vogliono quasi tutti mangiare pesce, ma come nelle sale d’attesa dei barbieri dove tutti sono esperti o allenatori di calcio, qui tutti sono “esperti”  di ittica & gastronomia.

Qualcosa non va…

Il risultato?

Ragionieri di Cantù che glorificano le grazie di improbabili gamberoni adriatici, bancari di Benevento che straparlano della (presunta) tradizione sannita dei cefali, commercialiste della Ciociaria che decantano la sublime freschezza dei Nephrops norvegicus (vedi foto di un cartone appena fuori un ristorante…) appena scongelati dal loro “ristoratore di fiducia che”…  maiiii e poi maiiii gli darebbe un ittico venuto dal grande freddo!

crostacei molto freschi

Esperti? Esperti di che?? Direbbe il compianto Principe De Curtis, in arte Totò – Ma mi faccia il piacere!!

Lo scrivente non di certo è il più grande conoscitore di ittici sul pianeta, ma ho occhi, palato, naso e una discreta dose di raziocinio ben allenati per distinguere un pesce allevato da quello pescato in mare aperto, oppure per insospettirsi se nel piatto arrivano gasteropodi o crostacei o dalle strane fattezze, o dal carapace dall’adesività sospetta, che con il “fresco” e il mediterraneo hanno ben poco a che fare.

darsi all'ittica

Invece… nei tanti ristoranti che punteggiano le coste italiane, nessuno di questi “mezze maniche” in vacanza si insospettisce se nel vassoio dell’arrosto, ci sono pesci di pezzature tutte tristemente uguali che paiono clonati, magari insieme ad esemplari di Nephrops Binghami, crostacei questi che con il mediterraneo poco c’azzeccano….

Per una nazione con 7500 chilometri di coste, non male come performance


Forse mi sbaglio… – è tutto un brutto sogno – magari finisce che faccio una figura da “peracottaro” e scopro che i villeggianti (in vacanza e non) sanno tutto, ma proprio tutto sul pesce.

Sanno quando c’è il fermo della pesca (guarda caso quasi sempre in estate…), sanno distinguere una vongola nostrana da un più umile lupino o da una thailandese, e sanno ancora meglio che i salmoni non risalgono i fiumi adriatici.

 Sanno cosa sono gli allevamenti di pesce, luoghi tristemente simili a quelli avicoli anche per il cannibalismo, e cosa più importante, sanno bene cosa chiedere al ristorante e in pescheria, e sanno perfino che i prezzi del pesce da allevamento e quello del pesce di mare, sono ben differenti…

darsi all'ittica

I mezzemaniche in vacanza conoscono TUTTI i ristorantini dove il pesce è buono e fresco, e logicamente si paga poco, pochissimo perché hanno sempre un cuggino (rigorosamente con due g”), cognato, amico che sa dove c’è il menù turistico di pesce tutto freschissimo a 15 euro incluso un calice di vino!

Buono, buonissimo si va’ tutti qui a cena stasera! – strepitava un mite contabile trentino capitato per caso di fronte le vetrine del ristorante di Gigino il Lercio…

Ebbene si: anche l’ormai mitico Gigino il Lercio, in estate pur senza suggerimenti, ha pensato bene di darsi all’ittica. Evviva!

darsi all’ittica

2 commenti su “Darsi all’ittica – fenomenologia del villeggiante”

  1. E’ sempe la solita storia, ma come si pretende di mangaire a ferragosto pesce fresco?
    Poi… pesce e affini (quelli buoni) costano. Bisogna essere davvero stupidi per credere alle sirene del prezzo di certi menù turistici…
    Un saluto dalla costiera romagnola, luogo eletto di tanto pesce surgelato!

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  2. Sembra scontato, ma è purtroppo così: tutti in estate vogliono pesce nei posti di villeggiatura, e siccome la gran parte della gente non capisce una “mazza” di cibo ecco che i ristoratori furbetti fanno grandi affari con robaccia surgelata che chissà da dove arriva… vi ricordate di Tafazzi? Ecco: l’italiano medio in vacanza é un tafazzista convinto!

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