Di Fabio Riccio,
L’olio di oliva, come ho scritto di recente su queste colonne, nella ristorazione italiana è molto spesso maltrattato.
Non parlo per partito preso, ma semplicemente perché girando molto per ristoranti ne vedo di tutti i colori.
Ormai anche i ristoranti di “fascia bassa” mettono in bella vista sul tavolo la loro buona bottiglia di olio.
Cosa poi ci sia realmente dentro, e come lo conservano è altra faccenda…
Fatto questo doveroso preambolo, parlerò nello specifico di una azienda, anzi: di un piccolo e puntiglioso artigiano dell’olio che, praticamente da solo, produce, e personalmente vende, principalmente alla ristorazione, il suo ottimo extravergine, olio non solo pregiato, ma contraddistinto da una chiara identità (all’assaggio) anche da chi non è un esperto.
Antonio Villani – Olio Extravergine LuMè
Prima di tutto il territorio.
Nuova Cliternia – frazione di Campomarino – Molise – pochi chilometri dal mare, un tiro di schioppo dalla Puglia, ma zona con tradizioni e modalità diverse sia nell’allevamento delle piante, che nel fare l’olio rispetto alla vicinissima Puglia.
Terreno di medio impasto ricco di calcare, quasi in piano, dotato di moderni di impianti d‘irrigazione.
Il mare è vicinissimo: in questo estremo lembo di Molise diventa sensazione tangibile, così oltre a vederlo, lo si avverte anche nell’assaggio di rito delle olive appena colte.
Il mare. Volgendo lo sguardo a est, ci sono le isole Tremiti.
Le cultivar sono le tipiche di queste contrade, Leccino, Gentile di Larino e Coratina.
Ogni varietà va in frantoio singolarmente.
I singoli oli, così ottenuti, dopo le analisi chimiche e sensoriali di rito, arrivano al delicato momento di essere “dosati” nelle percentuali leggermente variabili (blend), diverse di anno in anno che caratterizzano e compongono questo olio.
Si: l’ Olio Extravergine LuMè non è un olio monovarietale, ma un blend caratterizzato da una forte identità, di gusto.
Pur nelle differenze sensoriali tra annata e annata, un palato attento lo troverà di certo un olio riconoscibile.
A questo punto, come sempre accade quando su gastrodelirio parliamo di qualcosa, non mi limiterò a dire che la tal cosa è buona, e magari salubre semplicemente perché è così e basta.
Niente assiomi.
I sapori e le sensazioni su gastrodelirio per quanto possibile li spieghiamo, descrivendo quel che accade alle nostre papille gustative…
Inoltre, in mia opinione. Gli assaggi più belli, più veri, sono quelli che si fanno a tavola, con calma, non in laboratorio.
A tavola non c’è il cruccio del tempo, non c’è ansia da prestazione…
Premetto che non sono un provetto assaggiatore di olio, ma nonostante questo, so come discernere le caratteristiche olfattive e gustative di un extravergine e, cosa importante, anche gli eventuali difetti.
Senza inoltrarsi in tecnicismi da addetti ai lavori, per un profano la prova migliore per capire se un olio è buono (o meno…) rimane sempre quella più banale, vale a dire versarne un filo in un piatto appena appena tiepido e ben lavato, e poi osservarlo e assaggiarlo. Stop.
Il LuMè da il benvenuto all’occhio con un gran bel verde dalle sfumature dorate.
Al naso, oltre a nessun difetto percepibile, sfodera subito bei sentori di erba appena falciata, ma anche sensazioni di amaro, mandorla acerba e carciofo che regalano quel pizzico di intrigante che ci sta sempre bene.
Il gusto è subito una festa.
Lingua e palato sono invase da tanto verde e da quel po’ di amaro che ci sta sempre bene.
Ma non è tutto: c’è anche un giusto piccante (come dovrebbe esserci ogni olio che si rispetti) che rimanda ad altri sentori di mandorla ed erba, e infine c’è chiaro e netto un fondo di pomodoro, che ricorda i sentori di quando se ne taglia uno mediamente maturo.
Il piccante, che in altri oli talvolta è invadente, qui si limita a un piacevole balsamico che stuzzica la lingua.
Un piccante giusto, molto ben equilibrato direi.
Alla fine, l’ olio Extravergine LuMè regala una sensazione di armonia, una sensazione bella.
Ci si sente il verde e il sole, e quasi un frinire di cicale, quasi quel che si sente assaggiando una singola oliva appena colta dall’albero (da olio, non da tavola).
Mai provato?
A questo punto, visto che intenzionalmente ho saltato il passaggio tecnico del cosiddetto “strippaggio”, vero cavallo di battaglia di ogni assaggiatore professionista di olio, e che per chi non è avvezzo diventa solo un imbarazzante esercizio tra il galateo e l’occultazione di certi rumori corporei, vado al concreto delle mie prove di piacevolezza (terra terra) per i lettori gastrodeliranti…
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Fetta (fettina) di pane, possibilmente senza sale come usano in Toscana, e un goccio di olio sopra. Qui l’ Olio Extravergine LuMè regala il meglio. Profumi a iosa, e gran piacevolezza complessiva sia in bocca che nel complesso delle sensazioni. Davvero gastrodelirante, nel senso che dopo la prima fettina, ne vorresti subito un’altra (come per certi vini…)
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La prova pastasciutta. Un piatto di una buona pasta con un filo di Olio Extravergine LuMè, e se si è in vena una spolverata di Parmigiano o Pecorino. Un piatto di pochissimi e semplici ingredienti, ma che per il sottoscritto è sempre una piccola felicità. Il tiepido che la pasta appena scolata cede all’olio e al sapido del formaggio dalla pasta appena scolata semplicemente esalta al parossismo entrambi i sapori.
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La cosa più semplice al mondo: condire a crudo una insalata o qualche verdura, cruda o cotta. Qui poco da aggiungere, siamo all’apoteosi della semplicità. La semplicità molto spesso è bellezza, non dimentichiamolo. Stop.
Nulla ancora da aggiungere se non che l’ Olio Extravergine LuMè non lo si trova sui banchi della grande distribuzione, sia per le quantità prodotte, sia per una precisa scelta votata alla qualità. Lo si trova logicamente in azienda, in qualche negozio specializzato, e in bella vista sulle tavole di alcuni ottimi ristoranti, più di uno anche stellato…
Fate voi.
P.S. – Qualcuno si sarà chiesto il perchè di questo nome curioso LuMé… Antonio Villani, titolare dell’azienda è di origini abruzzesi, (Roccascalegna – Chieti -) e “LuMè in dialetto abruzzese semplicemente significa “il mio”, il mio olio insomma – tutto qui!
Azienda Agricola Villani Antonio
Via Madonna Grande, 2
86042 Campomarino (CB)
http://www.extraverginelume.it
e-mail: info@extraverginelume.it
Telefono/Fax: 0875.57365
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?