Una Domenica a Matrice

Di Serena Manzoni

Il cibo ti fa incontrare persone, che ti fanno incontrare altro cibo, che ogni volta ti fanno incontrare un po’ te stesso, quel te stesso che magari ancora non conosci tanto bene. Partiamo da una serata “didattica” all’Osteria dentro le mura di Termoli, mangiando pane e pesce, cibi fortissimi e simbolici, specialmente nella tradizione cristiana. E’ questa una storia che ci porterà anche ad altri simboli, al desco e all’agnello…

Il pesce èUna Domenica a Matrice quello buono di Antonio Terzano e il pane è quello altrettanto buono di Luigi Petrella Laurino, che fa il panettiere a Matrice in provincia di Campobasso, contado di Molise. Pesce e pane a chilometro zero, preparati da mani amorose e sapienti. E’ una bella cena, c’è cultura e c’è partecipazione e allegria, le parole passano svelte da quello che si mangia allo scherzo e allo scambio se non di confidenze di opinioni e di esperienze. Si creano legami attraverso il cibo e allora si decide che sarebbe bello rivedersi, magari una domenica (i simboli non bastano mai…) per mangiare insieme e per condividere sorrisi ed emozioni.

Ormai è organizzato, ci si vede a Matrice nella casa di campagna di uno dei partecipanti della serata, noi portando un prosciutto di San Daniele che verrà accuratamente disossato e affettato per gustarlo assieme al meraviglioso e sacro pane di Luigi Petrella Laurino. Semplice.

Quale sarà invece la sorpresa e il piacere nello scoprire che l’allegra brigata ha preparato un’ intero e lauto pranzo completamente a base di agnello. Pane, vino e agnello, il pesce che ci ha fatto incontrare e aggiungiamoci il sacro porco e il suo prosciutto, una festa un po’ pagana e un po’ no.

Luigi petrella laurino
Luigi petrella laurino

Iniziamo con pane e prosciutto e pizza per proseguire con il formato locale di pasta fatta in casa condita con un sugo di pomodoro e agnello, a seguire il classico e immancabile arrosto di carne dello stesso animale (allevato naturalmente a chilometro zero da conoscenti della molisana combriccola).

Tra queste ultime giganti portate, forse la più importante… tra patate e un velo di pane grattato ed erbe la mitica testina di agnello che mi viene presentata con delicata attenzione per la mia possibile impressionabilità, la mitica testina d’agnello.

Deliziosa e suadente, profonda e arcana nel suo sapore, importante, antica. L’agnello stesso è importante, è cibo e simbolo, va trattato con la giusta cura in vita e non ne va sprecato nulla.

Per giunta regala sapori impareggiabili. E allora ho mangiato, appagata e felice, tra gente amica con la sensazione di fare allo stesso tempo una cosa leggera e profonda.

A questo punto potrei suggerirvi di cercare un ristorante in cui propongano il piatto che ho mangiato o genericamente carne ovina, ma non lo farò.

Quello che vi suggerirò è di andare dove si mangia in maniera attenta e consapevole e di accettare che da ciò scaturiscano legami e altro cibo, che forse non sarà lo stesso che ho mangiato io, ma che vi farà meglio conoscere gli altri e voi stessi, anche quello che pensavate di non sapere.

Lettura consigliata: Pane nostro di Pedrag Matvejević, edizioni Garzanti.

Luigi petrella laurino

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