Di Fabio Riccio,
Eclèttico (raro ecclèttico) agg. e s. m. (f. –a) [dal gr. ἐκλεκτικός «che trasceglie», der. di ἐκλέγω «trascegliere»] (pl. m. –ci). – 1. Dell’eclettismo; seguace dell’eclettismo (filosofico): scuola e.; metodo e.; gli e.; i filosofi eclettici. 2. Per estens., chi, nell’arte o nella scienza, non segue un determinato sistema o indirizzo, ma sceglie e armonizza i principî che ritiene migliori di sistemi e indirizzi diversi: pittore e.; medico e.; analogam., metodo e., sistemi e., e sim. Con sign. più generico: avere gusti e., tendenze e.; in fatto di musica (o di arredamento, di cucina, ecc.) sono un e. (o, al femm., una eclettica) e non ho preferenze decise; talora usato in senso spreg.: questo monumento, più che il frutto di un’ispirazione unitaria, appare come una fusione e. di stili.
Così recita la Treccani…
Qui, però parliamo di vino.
Ecco: un vino eclettico, di nome e di fatto.
L’Eclettico Paglione.
Bianco macerato sulle bucce per un po’ di giorni, uno di quelli che ora chiamano “Orange Wine”.
Termine di moda perché fa “figo”, in specie sulla bocca di chi, istituzionalizzato (e non…) da divise, “dottorati del vino” o ammenicoli vari al collo, di vino crede di intendersene, ma in realtà, perché troppo legato a stereotipi ormai lisi, con una visione da paraocchi equino.
Non bastano colori e belle parole alate per incasellare un vino in qualche categoria. Ogni vino, e portando tutto all’estremo, ogni singola bottiglia, è una storia a sé.
L’Eclettico Paglione, semplicemente è trasversale rispetto alle categorie prefissate. Punto.
Poi… se siete di quelli che strepitano che il vino è “scienza”, per favore, terminate qui la lettura e volgete il vostro sguardo altrove, l’Eclettico Paglione pur se non il miglior vino del mondo, è sempre un gran bel concentrato di sensazioni, mica il solito compitino enologico sciuè sciuè smerciato per capolavoro.
Partiamo dall’uvaggio che per l’Eclettico Paglione, è metà Bombino bianco e metà Malvasia (bianca) e dal modo in cui si lavora in vigna e cantina, cioè pulito & senza enoporcate.
Tutto questo, ben al di là di certificazioni, bollini, e scartoffie varie, significa nessuna omologazione, e variabilità sensoriale più o meno marcata, non solo di annata in annata, colore incluso…
Così, appena stappato, tralasciando il colore tra il giallo e l’ocra non limpidissimo anche per la (evviva!) mancanza di filtrazione, e che le foto ben rendono, al primo naso l’Eclettico Paglione 2017 (vista l’annata quasi un “giovanotto”), ci ha dato il benvenuto al naso con una ventata di frutta gialla ben matura e un tocco di mineralità dolce e pungente nello stesso tempo, insieme a un sorprendente sentore di fruttato verde, intenso, quasi da olio novello, appena amaro.
Con il passare dei minuti, e la giusta evoluzione (eccome che c’è!), i richiami di frutta sono più marcati, mentre il fruttato quasi da olio verde si placa, lasciando spazio a richiami salini quasi di pietre di mare, di quelle sporche di alghe al limitare della battigia, ben intrecciati all’alcol…
In bocca, l’Eclettico Paglione è invece pieno e seducente, da centellinare subito, forse.
Piglio dissetante, avvolgente e polposo anche per la giusta acidità, beva facile, ma mai banale.
Benché la prima apparenza visiva, e in parte olfattiva, a chi ha qualche di più sulle spalle rammenterà quella di certi vini autoprodotti, organoletticamente al confine tra vino e liquore, l’Eclettico Paglione è un vino un vino “moderno” per come è fatto e per come è concepito, di gran respiro e profondità.
Ecco, l’eclettismo dell’Eclettico Paglione, è nella struttura da far invidia a certi rossi, e nella bella spalla acida che fa fantasticare affinamenti ben più lunghi rispetto ad altri bianchi.
Così, a tavola è facile accostarlo a molte tipologie di sapori senza troppi problemi.
Personalmente, lo vedo bene se non benissimo come un vino da pizza margherita, in special modo quelle dove i latticini del condimento sono di giusta consistenza, acidità e acquosità, almeno rispetto ai richiami prettamente caseari (es. Fior di latte di Agerola) e che non sovrastano il pomodoro…
Provare per credere!
In ogni caso, per non avvilire il corredo sensoriale di questo vino, come per altri della medesima “tipologia”, consiglio di berlo sui 18 – 20°, non più basso, vale a dire in estate appena rinfrescato, in inverno rigorosamente a temperatura ambiente (ammenoché non avete una casa surriscaldata…).
L’Eclettico Paglione è lontano mille miglia da certi standard precostituiti, e se leggete bene le etichette, di bottiglie in circolazione ce ne sono poche!
E… oltre questo, per favore, non chiamatemelo “Orange wine”, se no metto mano alla pistola!
Agricola Paglione
Contrada Perazzelle – SP 116 – KM 9,8
71036 – LUCERA (FG)
Tel. 366 990 77 71
info@agricolapaglione.it
www.agricolapaglione.it
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?