Di Fabio Riccio,
Era un bel po’ che non lo incrociavo, forse colpevolmente, forse per distrazione.
Vabbè.
Parlo dell’Ageno, più precisamente il 2012, il magnifico vino de La Stoppa la piccola-grande azienda di Rivergaro in Val Trebbia (colli piacentini) di Elena Pantaleoni, una delle “Signore” del vino Italiano.
Così, complice una bella cena ittica, qualche giorno addietro l’ Ageno 2012 è finalmente ricomparso sulla mia tavola.
Evviva!
Senza mosse, mossette & enfatiche frasi da sommelier semi-isterico di periferia, ma basandomi solo sulle intuizioni del cuore e della godibilità complessiva – buono o no buono diceva il buon Andy Luotto – sono arrivato a un punto dell’evoluzione del mio palato dove posso permettermi di scegliere se un vino mi piace, o meno.
Stop.
Ragion per cui, dichiaro che l’ Ageno 2012 mi piace, e anche molto!
Uno di quei vini che riconosco ad occhi chiusi, inconfondibile.
Peccato non averne scritto & descritto prima.
Colore ambrato quasi da Calvados a parte, al naso (il mio…) approda subito un non so che di attraente, e concedetemelo, di sensuale.
Un delicato ma nitido sussulto per i sensi.
Gran bell’inizio.
Qualche minuto di calma nel calice, e come in un crescendo (rossiniano?) di intensità, iniziano a solleticare le mie narici anche folate di frutta rossa, nocciole, ananas e… un qualcosa tra il tabacco Virginia e il cuoio, che non riconosco.
Affascinante.
In bocca l’ Ageno 2012 è vivo, crepitante, dannatamente beverino e con un bel finale, speziato e persistente che sa quasi d’oriente, per non parlare dei bei tannini…
Una festa per i sensi, e alla faccia di tutti i dogmi di “certa enologia”, l’ Ageno 2012 si dimostra anche ottimo complice per ben gustare l’ottimo crudo di crostacei.
Un “macerato” con il crudo di crostacei?
Certo!
Altro che certi vinetti tutti uguali da signorina fru fru in tacco 12…
Un altro po’ di calma, e mentre arrivano altri ittici nei piatti l’ Ageno 2012 sceglie di cambiar rotta.
Sorpresa: la festa non è finita!
Ora nei calici alberga una quieta ed elegante sfericità, meno aguzza dei fuochi artificiali di apertura, ma lo stesso ammaliante, elegante.
Il tutto, ben si intrecciandosi alla giusta acidità dona freschezza, grazia e forza a questo vino, non dimentichiamolo figlio di ben tre vitigni, Malvasia aromatica di Candia, Trebbiano e Ortrugo.
Vitigni… che a sentire gli eno-deliri di certi eno-soloni, se non trasformati in qualcosa di simile ad un cazzotto sulle gengive, non sono buoni.
Sarà…
l’ Ageno 2012 è inconfondibile, energicamente ostinato nell’affermare la sua identità anche e specialmente per i tannini ben leggibili, (non inorridiscano i lettori meno smaliziati, ma bei tannini si sentono anche in certi bianchi, eccome!).
Come detto prima l’ Ageno 2012 è stato un ottimo complice di una gran cena ittica, ma vista la sua ubiquità non lo vedrei male accostato anche ad altre tendenze gustative, oppure bevuto da solo, centellinandolo in poltrona, godendosi un buon libro…
Un vino che si fa bere l’ Ageno 2012, nessun dubbio.
Un altro vino che merita pienamente l’aggettivo “bello”.
P.S. Ha ragione in pieno Giulio Armani (enologo della Stoppa nonché vignaiolo in proprio) quando afferma che è proprio nelle bucce che c’è il meglio, sensorialmente parlando.
Fortunatamente… l’ Ageno 2012 si trastulla per un bel po’ a contatto con le sue bucce, e il risultato si vede!
LA STOPPA
Località Ancarano
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Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?