Straziami ma di baci saziami

Di Serena Manzoni,    

È un film, di Dino Risi, del 1968. Delizioso.

E’ la storia di Marino Balestrini, barbiere di Alatri, che incontra Marisa ovvero quella che diventerà la donna della vita ad una manifestazione folkloristica a Roma. La scintilla scocca immediatamente e il nostro protagonista, interpretato da un perfetto Nino Manfredi decide di trasferirsi a Sacrofante Marche per conquistare il cuore della giovane operaia incontrata nella capitale. Segue un fidanzamento contrastato dal padre di lei e seguono le maldicenze che porteranno alla separazione e alla fuga della bella pantalonaia. Straziami ma di baci saziami

Marino però non si arrende e dopo essersi accorto del granchio preso, cerca la sua amata, si riduce in povertà e all’esaurimento, infine al tentativo di suicidio. Nel frattempo Marisa sposa il signor Ciceri, sarto che ha perso udito e parola durante il bombardamento di San Lorenzo ovvero Ugo Tognazzi in forma smagliante. Dopo una serie di peripezie e colpi di scena il sarto ritroverà i sensi perduti e i due innamorati potranno finalmente convolare a giuste e faticate nozze. Straziami ma di baci saziami

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Straziami ma di baci saziami è una commedia è davvero simpatica, il film corre leggero, nell’Italia degli anni sessanta che si lascia dietro la guerra e si avvia verso i ruggenti anni ottanta. L’Italia che ci vediamo è un’Italia che più italiana non si può e, come in ogni Italia che si rispetti, non può certo mancare il cibo e i suoi luoghi, le sue pietanze. Straziami ma di baci saziami

Non si tratta di un film in cui il mangiare è l’argomento principale, ma appare come una presenza che accompagna le avventure dei nostri simpatici e un po’ strampalati personaggi.

E anche il cibo che compare tra una sequenza e l’altra è un cibo dalla connotazione estremamente italiana.

Per consolare la smarrita dolce Marisa che cerca un impiego a Roma il sarto-Ugo Tognazzi le offre un immancabile caffè disegnando una tazzina fumante. Il caffè verrà ordinato attraverso una telefonata in codice, ovvero con dei fischi che il cameriere, anche lui molto italiano, sa riconoscere e decifrare.

Invece per dare inizio alla nuova amicizia con Marino, che Tognazzi crede essere un qualsiasi cliente, ignorando che si tratti di un motivatissimo rivale amoroso, prepara una italianissima e maestosa pasta al pomodoro (così pare), con la giusta dose di peperoncino mi raccomando!

straziami ma di baci saziami locandinaIl sarto Ciceri la prepara nella sua cucina con cipolle, agli e peperoncini appesi, ma sfoggiando un vistosissimo grembiule con la bandiera inglese. L’Italia cambia, ma entro certi limiti…

E dove si incontrano i due ritrovati innamorati per chiarirsi ed iniziare a tramare contro l’ignaro marito se non in una pizzeria con il classico litro di vino bianco?

Una delle scene culto è sicuramente quella del tango ballato in una trattoria da un Manfredi vestito da spagnola e Tognazzi con un enorme e variopinto copricapo da indiano d’America (è Carnevale) e proprio in questo frangente, un avventore si presenta al tavolo con delle frappe appena sfornate…potevano mancare? Straziami ma di baci saziami

Insomma all’italiano piace mangiare e la tavola rappresenta uno dei luoghi principali della socialità e della quotidianità e in un film che vuole raccontare una certa italianità non può mancare questa parte così importante della società in cambiamento che descrive e un po’ deride. Oltre a non mancare è rappresentata nella sua forma più quotidiana: la pasta, il caffè, la pizza… Straziami ma di baci saziami

Risi gigioneggia un po’ nel scegliere Tognazzi, noto gourmet e amante della buona cucina, nel fargli preparare il davvero appetitoso piatto di spaghetti, ma se lo può permettere.

I suoi film sono sempre leggeri e allo stesso tempo profondi, teneri e spietati, intelligenti, da vedere e rivedere.

Per finire un indovinello: riconoscete l’attrice che interpreta Adelaide, padrona di casa di Marino a Sacrofante Marche?

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