Muscatedda Marabino 2017

Di Fabio Riccio,

Una breve, ma piacevolissima permanenza in Sicilia orientale mi ha regalato molte sorprese.

Una di queste, davvero inattesa, è stato un vino, per il quale fin da ora uso l’aggettivo “gastrodelirante”, e d’ufficio lo inserisco nella sfumata e variegata famiglia dei “vini naturali”, sempre con virgolettatura d’obbligo…

Muscatedda Marabino 2017

Marabino e le sue bottiglie, sono una vecchia conoscenza di noi di Gastrodelirio vedi – https://www.gastrodelirio.it/fabio-riccio/marabino-noto-2011/2016/01/.

Muscatedda Marabino 2017 calice fronteA mio avviso bottiglie uniche e sorprendenti, nel senso che non solo ogni annata e ogni singola bottiglia è una storia diversa che porta in sé le cicatrici del clima sopportato, ma perchè senza filtrazioni invasive, lavorazioni intrusive, chiarifiche, stabilizzazioni e altre enoporcate altrove diffuse, le bottiglie di Marabino esprimono davvero, e non solo a parole il territorio.

In vigna e in cantina poche parole alate, tanto mestiere e la saggezza di un tempo, proprio come quando il vino era ancora un alimento, e non l’astratta estetica del gusto costruita scientificamente a tavolino, fine solo a sé stessa.

Estetica che impera un po’ ovunque nel mondo del vino.

Solo uve sane, allevate in maniera rispettosa e non tirate per il collo come resa.

Schiacciate e fermentate naturalmente, seguendo solo i dettami del Dio Bacco. Fine.

Partiamo da questa ipotesi: il Muscatedda Marabino 2017 è solo un emozionante succo d’uva (ben) fermentato. Stop.

La “muscatedda” è il nome dialettale che in quell’angolo di Sicilia si da alla prima vigna che si va a vendemmiare.

Nello specifico, il Muscatedda Marabino viene da uve di Moscato di Noto, vitigno ai più conosciuto per la sua marcata aromaticità, e comunemente usato per produrre vini dolci, passiti e liquorosi, roba da meditazione insomma…

Muscatedda Marabino 2017 etichetta retro

Qui invece, quelli di Marabino il loro Moscato di noto, il Muscatedda, lo hanno vinificato in versione “secca”.

Il colore nel calice è un giallo ambrato carico, a prima vista facile confonderlo con quello di certe birre artigianali nord-europee.

Ecco… per il cromatismo, il Muscatedda Marabino 2017 mi ha subito rammentato tantissimo i colori di alcune Lambic e Gueuze (guarda caso, anche loro a fermentazione spontanea…)

Metto il naso nel bicchiere e, il vino c’è, eccome se c’è.

Il corredo olfattivo è quello di un grande vino.

Prima tanto miele d’acacia e frutta gialla, poi sentori marcati di mela cotogna, albicocca secca.

Andando avanti con la giusta evoluzione, arriva la sorpresa delle sorprese.

Come un folletto, spunta anche dello zenzero che gioca a sfruculiare i recettori olfattivi, insieme a una giusta mineralità.

Bingo!

Muscatedda Marabino 2017 calice e bottiglia fronte

Al palato invece il Muscatedda Marabino curiosamente è quasi la personificazione in chiave enoica dei due Menecmi.

A volte morbido, fresco e piacione e con richiami cremosi che avvolgono il palato, a volte cordialmente ostico, tannico quasi come un rosso, tagliente e acido da raspare la lingua, proprio come certe Lambic, da cui mutua il finale, lungo, persistente, estremamente dissetante.

Affascinante, e da berne a secchiate!

Il Muscatedda Marabino più che un vino mi sento di definirlo un calembour, una gragnola di sentori e sapori sensorialmente cangianti.

Nell’insieme, un vino ben lontano come impostazione e risultati dai sacri canoni di una certa enologia che ha il solo obiettivo di una inarrivabile e chimerica perfezione formale, che trova compimento nei cosiddetti vini-bambolina-californiana-alta-e-bionda-e-querula.

Belli, perfetti e impeccabili, ma anche noiosi, ripetitivi e senza traccia di personalità.

Muscatedda Marabino 2017 etichetta fronteDi certo non è il caso del Muscatedda Marabino, che a dispetto di quanto qualcuno potrebbe pensare, non è affatto un vino, brutto sporco e cattivo, ma solo un vino che comunica a squarciagola anima, emozioni e piacevolezza, e che proprio negli “spigoli” e in alcune note stridenti ha il suo vero ed inarrivabile fascino.

Arduo se non impossibile abbinare un vino così emozionalmente multiforme, come lo è il Muscatedda Marabino con qualcosa da mettere sotto i denti.

Lo vedo perfetto come un gran vino da meditazione, molto estivo, magari da gustare dopo pranzo in quella siculissima istituzione che è la stanza dello Scirocco, per le poche case che ancora la posseggono, ma anche (ereticamente come mio solito) a tavola con una buona salsiccia arrosto al finocchietto selvatico

Personalmente, con il Muscatedda Marabino 2017 ci ho ben pasteggiato con un variegato menù in bilico tra collina e mare, dove, si è comportato impeccabilmente, come ottimo sodale del buon cibo.

Muscatedda Marabino 2017 cannolo alla maniera di piana degli albanesiPerò, in mia opinione, il meglio di sé nell’accostamento sensoriale, il Muscatedda Marabino 2017 me lo donato centellinandolo insieme a un delizioso cannolo siciliano formato magnum (come quelli di Piana degli Albanesi) con la canonica zuccata, ma di ricotta vaccina.

E’ l’ottimo dolce che ha chiuso degnamente una bella cena al ristorante la Corte di Eolo di Palazzolo Acreide.

Per chi vuole sapere qualcosa più in dettaglio su questo affascinante nettare di Bacco, ecco il link… http://www.marabino.it/vini/muscatedda

Provatelo!


 

Società Agricola Marabino

C.da Buonivini

96017 Noto (SR) – ITALIA

Tel: 335.5284101
Fax: 0931.1846035

www.marabino.it
info@marabino.it

1 commento su “Muscatedda Marabino 2017”

  1. Ciao Fabio, non sono un conoscitore di vini come lo sei tu ma anche a me quando l’ho provato un po’ di tempo fa sono rimasto meravigliato e mi ritrovo tranquillamente in tutte le tue descrizioni dettagliate di questo meraviglioso vino,

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