Di Mimmo Farina,
Big Night è un gran bel film che tratta di cibo in maniera illuminante, ingiustamente poco noto.
Diretto e interpretato da Stanley Tucci e Campbell Scott, racconta le vicende di due fratelli abruzzesi, Primo e Secondo Pileggi, i quali arrancano nel suburbano newyorchese scontrandosi con l’ignoranza alimentare statunitense e con la propria idea di cucina.
Se infatti Primo (Tucci) è assolutamente inflessibile sulla fedeltà delle ricette, Secondo (Tony Shalhoub) è decisamente più flessibile, pronto a dare al cliente quello che vuole.
Una concezione più da businessman che da amante della cucina, più da americano che da italiano.
Purtroppo per i due fratelli, il ristorante è sull’orlo della bancarotta, forse anche verso il dirupo.
È comunque difficile dar torto al nostro protagonista, quando gli chiedono di abbinare spaghetti e secondo, anche se forse non è la peggiore cosa alla quale i due devono sottostare.
A dispetto dei problemi e della rivalità con Pascal (Ian Holm), i due fratelli, grazie proprio al mediocre ma più affarista rivale, riescono ad organizzare una grande serata (big night appunto) di rilancio con una famosa jazz band che andrà a movimentare l’atmosfera del ristorante.
Pascal, infatti, è un estimatore della grande arte culinaria di Primo e vorrebbe averlo nel suo ristorante.
Protagonista della cena del possibile rilancio è il timballo, o timpano, di maccheroni, una ricetta di estrazione meridionale (si trova un po’ su tutte le tavole delle nostre zone, dalla Sicilia fino appunto agli Abruzzi) che Primo descrive come “Un tamburo… al suo interno ci stanno le cose più buone del mondo”.
Una ricetta non semplice che però prevede due giorni di preparazione per riuscire al meglio.
Senza scendere troppo nei dettagli possiamo dire che servono, ovviamente, maccheroni, salsa, burro, mozzarella, parmigiano e polpettine, oltre ad un corposo ragù composto da maiale, cipolle, pancetta, olio, strutto, vino bianco, rosmarino, timo, basilico, sale, pepe nonché una copertura di pasta frolla (farina, zucchero, strutto e uovo!).
Una volta raccolti tutti questi ingredienti (più la carne delle polpettine) si può partire.
Una volta sfornato, è preferibile farlo riposare 5 minuti prima di mettere in azione le mandibole.
Tornando al film tutta questa fatica e questo sforzo economico permetterà il salvataggio del ristorante dei nostri eroi?
Beh, è un film che assolutamente deve essere visto, ma a parte degli beckettiani (questo…Godot!!) sappiate che un semplicissimo pane e frittata sarà la chiave di volta del finale.
Il timballo di ziti è un piatto siciliano. Il vero timballo abruzzese è fatto con le scrippelle