Per alcuni che scrivono su Trip advisor la Nouvelle cuisine è viva e vi spiego perché…
Di Fabio Riccio,
Dir male di TripAdvisor è diventato di moda.
C’è pane per tutti i denti, dalle recensioni pro o contro quel tale ristorante fatte da colleghi invidiosi o amici compiacenti, fino alle pseudo agenzie che assicurano un tot di recensioni positive a chi decide di metter mano al portafoglio.
In pura linea di principio, l’idea della democrazia diretta delle recensioni (?) culinarie & affini sarebbe buona.
Però, come quasi sempre accade, a prendere il sopravvento sono i risvolti negativi della medaglia, ma non solo…
Il “non solo” riguarda chi, e che cosa ci scrive, e la capacità di non scrivere inesattezze (eufemismo)…
Un esempio, ulteriore luminoso esempio di questi autonominati recensori, che pontificano le loro verità, sicuramente in buona fede, l’ho pescato in rete qualche giorno addietro, cercando orario e indirizzo di un onesto locale dove sono stato più volte.
Eh sì, perché davvero per alcuni che scrivono su TripAdvisor la nouvelle Cuisine è viva e lotta con noi!
Prima di addentrarmi nell’analisi, come prima cosa vi invito a osservare con la massima attenzione quanto scritto qui sotto. (Se non si vede bene cliccateci sopra)
E’ un banalissimo “screenshot” di una recente recensione pubblicata su Trip Advisor di un locale da parte di un “contributore di livello 6”, se non erro il massimo livello nell’empireo di Trip per chi visita e recensisce ristoranti & luoghi.
Il ristorante in questione, in una cittadina dell’Appennino, lo conosco bene, e dopo un esordio “traballante”, sembra aver trovato una sua strada.
Una onesta cucina tra il territoriale e qualche guizzo di classe, materia prima corretta, qualche buon vino e porzioni giuste.
Non di certo un posto “stellare”, ma neanche il classico locale “hard” da tre etti di maccheroni nel piatto, con dopo il solito arrosto e/o bistecconi.
Un posto dove se si è in zona vale la pena di fermarsi, ma che non vale un viaggio. la nouvelle Cuisine è viva
Invece, esaminiamo in dettaglio e per punti cosa scritto dal nostro recensore.
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«Il locale è carino anche se eccede con i riferimenti francesi»
Oddio… il posto carino e pulito ci è. I cenni d’oltralpe sono solo un bel po’ di paccottaglia “pseudo francese d’epoca” alle pareti. Niente di che, sicuramente meglio del bianco agghiacciante in stile “post-salotto-di-Maria-De-Filippi che continua a essere di moda” in troppi locali.
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«Anche il cibo è certamente buono ma tende troppo a voler essere ricercato e particolare : modello nouvelle cousine e davvero poco territoriale. Le porzioni sono decisamente minime , praticamente si possono considerare assaggi invece che porzioni; tanto che fanno pensare alla famosa vignetta umoristica in cui il commensale dice al cameriere “bene sono cotti li può scolare”!»
Cattivo uso della punteggiatura e spaziature a parte, qui casca l’asino, e per ben due volte!
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La prima – gentile recensore, ma di grazia… mi spiega cosa diavolo è il “modello nouvelle Cousine”?
Come ha scritto lei, e traducendo dal francese, letteralmente sarebbe “nuovo cugino”, forse intendeva “Nouvelle Cuisine”. Vabbè…
La seconda – qualcuno spieghi a questa gentile persona che la Nouvelle Cuisine è cosa ben diversa da “ricercato e particolare”.
Parliamo di un movimento culinario nato in Francia nel 1972 per merito di due giornalisti, Henri Gault e Christian Millau.
Quasi una sorta di “dolce stil novo” della cucina.
Il manifesto della Nouvelle Cuisine, cioè dove è messo nero su bianco cosa è, lo trovate cliccando su questo link, per favore leggetelo!
Aggiungo però, che questo “movimento”, e da un bel po’, è stato dichiarato finito dai suoi stessi fondatori.
Letto? la nouvelle Cuisine è viva
Ora, gentile recensore, se lei si prende la briga di scrivere citando la Nouvelle Cuisine, di sicuro saprà bene cosa è.
Ora, e questo senza volermi impegolare in diatribe da quattro soldi, mi spiega però che diavolo c’azzeccano le porzioni “minime” con la Nouvelle Cuisine?
Poi, mi chiedo come faccia a non sapere che le porzioni da trattoria non non sono più, se mai le lo sono state, alta cucina, e che i piattoni con mezzo chilo di fettuccine al ragù di agnello e la frittatatona di cipolle postulata da Paolo Villaggio, non le trova (quasi) più neanche nell’ultima trattoria di periferia?
Ora tirando le somme, e usando la logica e non le dicerie (assolutamente sbagliate) che equiparano la Nuovelle Cuisine a una sorta di trito luogo comune da cabaret delle piccolissime porzioni di cose “complicate”, la persona che ha scritto questa recensione pur essendo un “contributore di livello 6” (?) palesemente non ha la più pallida idea di cosa ha scritto, e per descrivere con parole sue quel che ha provato in quel ristorante ha utilizzato schemi preconfezionati infarciti di luoghi comuni da cabaret televisivo assolutamente non veri.
Porzioni piccole e cucina non banale = Nouvelle Cuisine.
Semplicemente una balla.
Finché le cosa restano circoscritte alle chiacchiere da Bar o da Parrucchiere, vabbè, amen.
Va bene che l’articolo 21 della nostra costituzione garantisce a chiunque il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione, ma lo scrivere cose provatamente inesatte, e la pretesa di farle diventare opinione condivisa pubblicandole senza nessun filtro mi sembra un po’ troppo.
Quando questa manifesta carenza di conoscenza nel campo (in questo caso la cucina e la sua storia) si traduce in recensioni senza capo ne’ coda come questa e tantissime altre, e il tutto finisce pubblicato su un sito molto seguito come Trip Advisor, e chi scrive ha centinaia di recensioni al suo attivo, ecco: la frittata è fatta.
Vabbè, appurato che per alcuni che scrivono su TripAdvisor la nouvelle Cuisine è viva e lotta con noi, non ci resta che farcene una ragione!
Ecco un esempio di come l’ignoranza, se non “filtrata”, diventa sapienza.
Ecco come una bugia, ripetuta mille volte, diventa una verità.
Ecco come la “democrazia diretta”, in linea di principio cosa auspicabile, nei fatti diventa pericolosa e foriera di mistificazioni…
Per favore, basta!
la nouvelle Cuisine è viva
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?