Facciamocene una ragione:
i concetti di osteria e trattoria ormai sono solo ossimori…
Il termine “Osteria” ci arriva dal francese *oste, *ostesse che a sua volta attinge dal latino *hospite che ha il doppio significato di indicare sia “chi ospita”, in questo caso l’oste, sia “chi è ospitato” cioè lo “sconosciuto, lo straniero” che, (piccola chiosa personale…) dalla cultura greco-romana dalla quale tutti ci abbeveriamo era considerato sacro, al pari degli dèi…
Il termine “Trattoria” arriva invece da quello del *trattore, alias l’oste, e anche qui si pesca dal francese, *traiteur – che a sua volta arriva da *traiter e infine dal latino *tractare: cioè preparare, inteso qui come cucinare.
Quindi, senza essere sofistici a forza, scansando le facilonerie linguistiche e tentando di dare un esatto significato alle parole, la trattoria, a differenza dell’osteria, dovrebbe, sottolineo dovrebbe, essere un luogo dove si va per principalmente per mangiare senza per impegni e fronzoli vari, e poi per bere qualcosa.
L‘osteria invece, talvolta con la “modaiola” H (che sa tanto di antico) come prima lettera (nda), dovrebbe essere l’esatto contrario della trattoria, ovvero un luogo dove si va solo per bere e, eventualmente per mangiare qualcosina per far fluire meglio l’alcol, inarrivabile lubrificante sociale.
Vi rammenta qualcosa l’osteria della luna piena di manzoniana memoria?
Le parole sono importanti (diceva) il buon Nanni…
Allora di grazia, ed escludendo a priori i locali “storici” nati con queste insegne in tempi lontani e poi con il tempo evolutisi in altro, e che per (giusta…) continuità si fregiano di questi appellativi, qualcuno mi spieghi perché tanti locali che non hanno nulla, ma proprio nulla delle due categorie sopracitate, in primis prezzi, ambiente e cucina, si fregiano di questi “titoli” invece di dichiararsi senza tante lagne ristoranti tout court quali in realtà sono per… prezzi, ambiente e cucina…
Vezzo?
Fa figo chiamare osteria anche dove il conto è a tre decimali di euro?
Citazioni furbette del tempo (mai esistito) di quando i mulini erano bianchi?
Leziose citazioncelle fuori contesto?
Idee confuse su quando davvero in Italia c’erano le osterie?
Etc etc etc… in Italia c’erano le osterie
No: dal mio personalissimo punto di vista, e sempre con le debite eccezioni, è solo un volpino esercizio di pseudocreatività che, svuotando di significato le parole, prima ha tramutato in sinonimi osterie e trattorie quando NON lo sono, poi li ha trasformarli nei fatti in ristoranti veri e propri.
Nulla di male o di illegale, ma sempre una furbata di piccolo cabotaggio resta!…
♪♪♫ Prendila così, non possiamo farne un dramma… ♫♪♫ ♪
E… fa nniente (rigidamente due enne iniziali!) che due misere sferette di pasta di pane fritte malamente, fotografate e sbattute sui social diventano subito una “sfizieria territoriale unica e inimitabile”, malgrado le acciughine in esse contenute per arrivate (spesso dal discount più vicino) fin quasi sulla cima del Gran Sasso, avranno avuto difficoltà nel risalire la corrente per gettare l’ancora nella “osteria” montana…
Fa nniente (sempre doppia “n”) che il megabisteccone di oltre un chilo di ciccia bovina fumante dal nome sempre esoterico, e quasi sempre di provenienza extraeuropea, è sì moda rampante ma che con le Osterie vere e proprie non c’azzecca proprio (direbbe un ex magistrato & politico molisano) in Italia c’erano le osterie
Fa nnniente pure (qui le enne sono tre!) che in molti di questi locali la carta dei vini, spesso con copertina di legname & cuoio da finimenti bovini, è di una ovvietà funesta.
E… se chiedi un Prosecco, ti arriva un qualsiasi vinaccio bianco addizionato all’idrolitina, magari “acconciato” in una bella bottiglia a caro prezzo, bottiglia che il Glera non lo ha visto manco di striscio, neanche nella platoniana caverna, come è routine in più bar da nord a sud della penisola, e non solo in quelli peggiori di Caracas…
Ovviamente, in gran parte di queste (presunte) Osterie e/o Trattorie, il/la titolare/chef, ma ahimè questo accade anche in altre tipologie di locali, immancabilmente officia il rito della foto, o di più foto da pubblicare sui social (e alle pareti del locale) con qualsivoglia vero o presunto “VIP” che magari per sbaglio, oppure solo per inderogabili esigenze di minzione idrico-fisiologica, è transitato oppure ha varcato la porta del suo locale.
E… fa niente anche se il VIP è magari un modesto attore “fuori dal giro” che campa di rendita su un effimero e dimenticato successo televisivo del secolo scorso, e magari, poverino, causa età, artrite & gotta fa fatica a reggersi in piedi… l’importante è apparire, mica cucinare bene!
E fa nulla pure se nel menù, sebbene la “trattoria tipica” sia nell’alto adriatico, nel ponente ligure oppure sulla Marmolada, ci sono ben cinque piatti (tipici anche questi) a base di gamberi viola di Marsala, ovviamente appena pescati, giura & spergiura “l’Oste-Trattore”…
Purtroppo, e come già scritto, a parte un manipolo di bravi “nomi noti” che per affezione e continuità con le generazioni precedenti mantiene a buona ragione il nome di osteria o trattoria, pur ben sapendo di essere un ristorante tout court e magari di buona classe, in Italia le VERE trattorie ancora attive, da nord a sud non sono più di un centinaio.
Facciamocene una ragione…
P.S. A questo stato di cose, aggiungo anche tutte le (presunte) “Taverne”…
♪♪♫ …Tu chiamale se vuoi, trattorie… ♫♪
in Italia c’erano le osterie
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?
E che dire del ristorante più famoso d’Italia … si chiama Osteria Francescana che osteria non è e francescana ancor meno.