Del favollo e della pasta…

Il favoloso incontro

Di Stefano Capone,

Non avete idea di quanto mi intriga il fatto che tanti lettori, da parti diverse dello stivale, si siano incuriositi e si stiano ancora incuriosendo davanti alle vicende pelose del nostro bitorzoluto amico favollo. Del favollo e della pasta…

favollo

Dinanzi a questa crescente curiosità e ad un’ultima specifica richiesta di una ricetta per valorizzarlo al meglio in cucina, non posso fare altro che gongolare allegramente tra me e me e, consentendomi una fugace deroga al Manifesto di Gastrodelirio, provare a raccontarvi la pasta con i pelosi.

Premetto che nella risposta all’amico Giuseppe, (clicca qui) in un recente commento, avevo accennato alle modalità di cottura tradizionali del saporito granchio.

Quindi, per accontentare anche altri lettori bramosi di sapere di più sul Favollo e come cucinarlo per bene, cercherò ora, per quanto possibile, di entrare più nel dettaglio…

Non so perché ma mi sento un po’ come l’autore delle ricette che negli anni ottanta si trovavano dietro le confezioni di una nota marca di biscotti “Puoi farli anche tu con…”

del favollo e della pasta

Fantastico! Del favollo e della pasta…

Mi rivesto di autorità.

La situazione è questa.

Mettiamo 4 amici a cena e 8 granchi pelosi scalpitanti e agguerriti che vagano per il frigo.

Dovessero esserci favolli non scalpitanti non faranno parte del banchetto (a meno che non siano stati congelati appena pescati).

Non possiamo prescindere dall’utilizzo di un tegame basso in terracotta intorno ai 30-35 cm possibilmente di ennesimo passaggio.

Deve consegnarci ogni volta la memoria della cottura precedente.

È un po’ come l’anfora per il vino…

Qualcuno potrebbe accusarci di attentato al girovita ma ce ne faremo una ragione e dopo avere coperto con più di un filo d’olio il fondo del tegame faremo soffriggere subdolamente un paio di spicchi d’aglio tagliati a fettine e, volendo, un peperoncino piccante secondo i gusti.

A questo punto, fuori da ogni regola, io uso aggiungere un solo peloso intero nel soffritto per avviare il sodalizio di sapori sin dalla prima fase.

Premessa necessaria.

del favollo e della pastaPrima di consegnare i nostri favolli all’abbraccio amorevole della terracotta bisogna praticare un foro al centro del carapace, necessaria via di comunicazione tra i sapori del mare e il nostro intingolo.

Prima che l’aglio prenda troppo colore sfumiamo con un quarto di bicchiere di vino bianco quanto basta per farci lacrimare gli occhi con i vapori alcolici.

E ora il pomodoro.

Direi che per assicurarci anche la scarpetta, 800 grammi di ottimi pelati homemade, sminuzzati se troppo grandi, e un giro di passata possono essere sufficienti.

Per avere un piatto da mangiare avidamente al cucchiaio, aggiungere un buon mezzo litro di acqua calda.

Un paio di rami di prezzemolo non tagliuzzato e, se c’è, qualche foglia di basilico fresco bilanciano cromaticamente il tutto.

Ovviamente la vostra mano dovrà essere brava a unire il sale quanto basta (non vedevo l’ora di dirlo!) e un minimo di pepe nero.

Svolta caratteriale del piatto è l’aggiunta di un mezzo peperone verde dolce a listelli privato dei semi.

Copriamo. Del favollo e della pasta…

Fiamma decisa ma non troppo.

Quando il nostro pomodoro inizia a mostrare un timido bollore è arrivato il momento.

Foro nel carapace e giù con i restanti sette valorosi favolli.

Ora è solo questione di tempo.

Intanto l’acqua bolle e gli amici sono arrivati.

La pasta.

Fresca. Del favollo e della pasta…

Niente uovo.

Formato da cucchiaio.

del favollo e della pasta

Il mio pastificio di fiducia mi prepara sempre il cavatello, assimilabile a un piccolo gnocco delle dimensioni di un centimetro di lunghezza, e il titolare non concepisce meno di 200 grammi a porzione.

Quindi in questo caso 800 grammi, vabbè un chilo.

Il minimo sindacale.

Tempismo. Del favollo e della pasta…

Dovete avere tempismo.

Altrimenti il dramma.

I favolli dovranno sobbollire per un tempo che va dal quarto d’ora alla mezzora abbondante facendo attenzione che il sugo resti ben succulento.

La pasta si scolerà a mezza cottura, ossia immediatamente, per essere tuffata nel coccio da cui avremo tolto i granchi riposti in un recipiente chiuso.

Saranno un eccezionale secondo piatto e si riveleranno ancora arcigni e fieri costringendoci a usare lo schiaccianoci per vincerli, riducendo le nostre mani e i nostri vestiti come alla fine di una lotta.

L’abbraccio fatale e indissolubile del favollo e della pasta avviene qui, in questo ribollire lento e placido del cavatello nel sugo per due minuti o poco più.

Quanto basta per ricoprirci di gloria e togliere le parole ai nostri amici già seduti a tavola.


Per chi ne vuol sapere di più – https://www.gastrodelirio.it/stefano-capone/il-favoloso-favollo/2015/06/  Del favollo e della pasta…

6 commenti su “Del favollo e della pasta…”

  1. Dunque, trovati al mercato dei bei granchi favolosi. Seguiti i consigli letti qui su come cucinarli al meglio. Risultato ottimo, grazie dei suggerimenti!

    Rispondi
  2. Perdonatemi.
    Una domanda banale, per non dire stupida…
    Ma i Favolli, esistono anche surgelati?
    Lo so, so benissimo che non è la stessa cosa che quelli vivi e freschi, ma per chi come me abita lontanissimo dal mare…
    Grazie,

    Rispondi
    • Salve Giampiero e grazie dell’attenzione rivolta al nostro post.
      Purtroppo, almeno per quanto ho potuto verificare, non mi risulta siano presenti sul mercato favolli surgelati.
      In mancanza di altro, in assoluta extrema ratio, alcune pescherie, anche in città non proprio di mare, a volte riescono a procurare favolli “freschi” provenienti dalla vicina Croazia.
      Solo in extrema ratio però…
      Saluti
      Stefano Capone

      Rispondi
  3. Una domanda, visto che purtroppo per svariati motivi non posso farmi i pomodori in casa, e non ho come procurarmeli se non andando al supermercato, quale quallità (non marca) è consigliabile per essere bene affiancata ai granchi?
    Grazie

    Rispondi
    • Ciao Enzo,
      mi scuso per il ritardo nella risposta e ti ringrazio per l’interesse mostrato alla nostra primissima e fino ad ora unica ricetta (se così la vogliamo chiamare!).
      Allora, la questione pomodoro è fondamentale nella preparazione del piatto in questione.
      Fondamentale in primo luogo la qualità del prodotto utilizzato, che sia fresco o in conserva.
      Data questa premessa, potrei dire che un buon pomodoro a polpa rossa di qualsiasi varietà e giusta maturazione potrebbe valorizzare al meglio la nostra pasta col favollo.
      Ma non sarebbe da Gastrodelirio essere così generici, quindi mi azzardo a consigliare qualche tipologia di pomodoro che si è dimostrato più adatto alla riuscita del nostro favoloso piatto.
      In primo luogo, ma qui la vedo dura per chi non è della zona, grandi risultati si ottengono con il pomodoro detto mezzotempo, prodotto costoluto e carnoso principe assoluto nella preparazione del brodetto di pesce alla vastese.
      Nell’impossibilità di trovare questo antico ortaggio abruzzese, il tondo ovale romano, sicuramente più reperibile, ben maturo ma non sfatto, di auspicabile provenienza garganica o dell’agro dauno, assolve egregiamente al compito.
      Una bella tendenza acida bilancerà l’aromatica dolcezza del favollo solleticandoci vivacemente il palato.
      Stefano Capone

      Rispondi
  4. Grazie signor Capone, davvero gentile, leggere un articolo tutto per me non mi era mai capitato!
    Sono lusingato.
    Appena avrò sotto mano qualche granchio mi butterò nell’impresa di eseguire la sua ricetta, che spero da imbranato di cucina qual sono, riesca bene.
    Incrocio le dita.
    Ma lei signor Capone, oltre scrivere di cibo, ha per caso anche un ristorante?

    Rispondi

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