Di Fabio Riccio,
E’ tutta una questione di etichetta.
Partiamo da questa ipotesi…
Già, perché al sottoscritto le etichette dei vini di Denis Montanar vignaiolo friulano autenticamente artigiano, specialmente quelle sul retro della bottiglia, piacciono, molto.
Nessun prodigio di grafica, ma un raro esempio di chiarezza e concretezza che aiuta chi il vino andrà a berlo a intuire cosa c’è nel calice, da dove viene e come è fatto.
Già, e non da ora, ne ho pieni gli “zebedei” di quelle irritanti e verbose etichette vergate in linguaggio furbescamente aulico che non dicono assolutamente nulla del vino, e che quasi sempre si rivelano solo un inutile e spesso ben poco veritiero (auto) panegirico del produttore.
Comune in queste etichette è lo sprezzo del ridicolo, millantando storielle inverosimili o, cosa ancora più comune, che il cotal vino fosse già sulle tavole di “uomini celebri”, tipo Giulio Cesare, il capitano James Tiberius Kirk e perfino Cristoforo Colombo, anche se pare che il grande navigatore fosse astemio e appassionato di formaggi a pasta morbida…
Etichette pleonastiche, giusto frasi inutili a mo’ di diversivo per quanto scritto in basso per obbligo di legge…
Intendiamoci, il bravo Denis Montanar anche per questo “vignaiolo tutto di un pezzo”, non è il solo membro del club di quelli che fanno etichette chiare e esaustive, ma vi assicuro che questo “sodalizio” non ha in Italia molti iscritti…
Letta l’etichetta (poche bottiglie eh…) passiamo al vino.
Il Uis Neris 2013 è un indovinato uvaggio di Merlot e Cabernet Sauvignon.
Detto così potrebbe sembrare semplice, in realtà è di più.
Sarà perché in cantina e in vigna si lavora pulito e senza enoporcate (siamo sul pianeta Triple A – e non solo…), sarà perché il Uis neris 2013 di Denis Montanar sensorialmente è uno di quei rossi che hanno quel “quid” di più di piacevolezza che te lo fa subito volere bene, finisce che lo incasello in quelli che definisco i “rossi moderni vecchio stile”; vi assicuro che non è un ossimoro, anzi!
Senza dubbio è anche un “vino tosto” che non vuole essere rassicurante, ma semplicemente figlio del suo territorio e del pensiero del vignaiolo.
In calice è di un bel rosso granato, e gli archetti lasciano subito ben sperare.
Al naso non si risparmia in quanto a erbaceo e note di frutti rossi, che con l’evoluzione si affiancano e lasciano spazio anche a un moderato e persistente balsamico.
Al palato è secco, fruttato a tratti croccante e con bei richiami di minerale, in ogni caso nonostante i giusti 14° di alcol, è incredibilmente beverino e dalla buona persistenza, almeno per chi non ha il palato rivestito di cuoio o il paraocchi pronto a denigrare ogni vino del mondo del naturale.
Con cosa accompagnarlo a tavola?
Al di là dello scontato accostamento con carni rosse o cacciagione, che alla fin fine va bene, il sottoscritto eretico molto più di Giordano Bruno e Arnaldo da Brescia messi insieme, lo ha “testato” insieme a delle seppie ripiene in bianco.
Alias… ripiene di se stesse più pane, poco aglio, prezzemolo, uovo e parmigiano, dove però l’aromatizzazione di fondo era data da una robusta dose di noce moscata che si è rivelata la carta vincente per assecondare e esaltare a puntino il Uis Neris 2013.
Provare per credere
Il resto… beh, come detto, è tutto scritto sull’etichetta!
Azienda Agricola Denis Montanar
Via Malborghetto, 4
33059 – Villa Vicentina (UD)
Tel. 366 1400327
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?
Grazie per il bell’articolo, ho un 2002 in cantina e cercavo proprio di capire quanto morbido fosse per aprirlo domani assieme ad amici prima di un rosso decisamente tannico. Grande Denis, vado spesso in cantina a Villa Vicentina, sempre un gran bel bere!