Di Fabio Riccio,
Non lo sapevate?
Dichiaro qui, pubblicamente, che non sono affatto un salutista, o perlomeno non lo sono nel modo strepitantemente irrazionale e a-scientifico che adesso va per la maggiore. Salutismo part-time
Volete uno dei tanti esempi che mi capitano a tiro, e del come e perché di questo?
Giorni addietro sempre nel consueto supermarket vicino casa, e sempre al temutissimo banco salumi & formaggi (al vero ben fornito) dove spesso va in scena “la fiera delle castronerie”, ho assistito all’ennesimo, e per certi versi spassoso gastro-teatrino che, se mai ce ne fosse stato ancora bisogno, mi ha riconfermato l’inestricabile garbuglio mentale dell’Italiano medio sul cosa ci si mette in pancia…
Coppia di pensionati, ben abbigliati, l’apparenza è quella di due distinte persone, al seguito il carrello colmo di ogni possibile grazia di dio.
Arriva il loro turno al banco…
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Mi da tre etti di ricotta?
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Di pecora o vaccina?
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Di mucca per favore, quella di pecora è troppo grassa per me.
Ok, fin qui tutto fila liscio, la signora ha ragione, la ricotta di ovino (in generale) è sempre un po’ più grassa di quella vaccina, e anche se le percentuali di grassi tra le due ricotte non sono poi così lontanissime, numericamente esistono. Stop.
Nel frattempo che la salumiera inizia a porzionare i tre etti di ricotta, la signora inizia un infiammato sermone contro i formaggi grassi, che la dir suo la fanno star male, che le rimangono sullo stomaco, che le provocano mille disturbi etc etc, il tutto snocciolando i soliti triti luoghi comuni da trasmissione TV mattutina per casalinghe svagate in cerca di un qualche “nemico”.
Dopo la ricotta, la signora chiede anche del parmigiano grattugiato.
A parte che il parmigiano, per motivi di gusto e freschezza, andrebbe grattato solo al momento sul piatto di maccheroni, ma… la signora non aveva detto che i formaggi grassi per lei erano quasi come il diavolo?
Quindi, il parmigiano che c’azzecca?
Evviva la coerenza!
Per quanto mi risulta, il parmigiano, come il grana e come altri formaggi della stessa famiglia, ha una percentuale di grasso ragguardevole (diciamocela tutta: per questo è così buono!), che senza andare a scomodare le inutili classifiche così diffuse negli apocalittici forum dei salutisti d’assalto, è di certo più in alto rispetto alla povera e bistrattata ricotta ovina, su questo non ci piove.
Vabbè… mettiamola così, la signora, è più o meno salutista, ma non rinuncia alla canonica spruzzata di cacio sui maccheroni – certo, si – siamo italiani, concediamoci qualche strappo!
Il tempo di prendere la busta del parmigiano di fresco grattato, e la signora chiede anche mezzo chilo di mascarpone…
“sa, è per fare il tiramisù, piace così tanto ai miei nipoti e mio genero!”
Oddio… qua la signora mi sa che calca un po’ la mano.
Passi per il parmigiano, che grasso o meno, è imprescindibile sulle tavole italiane.
Però, e per quanto mi risulta, è proprio il mascarpone uno dei formaggi più grassi in circolazione.
Che la signora sia salutista solo per lei, e che in realtà se ne freghi altamente della salute dei nipoti e del colesterolo del genero?
Salutismo part-time?
Mistero…
La cosa potrebbe finire così, anche…
Ma, come nei romanzi d’appendice, anche qui c’è il post scriptum…
La signora e il consorte lasciano il banco salumi & formaggi, mettono il “turbo” al carrello e si fiondano al vicino bancone dei prodotti vari refrigerati.
Una volta lì, indovinate cosa ti comprano?
Una bella confezione formato famiglia di un noto prodotto che “tra le righe” millanta l’essere un formaggio (credo secondo legge non si possa proprio fregiare del titolo di formaggio) di una ancor più nota multinazionale statunitense, famoso per una non meglio e precisata leggerezza, ma più che altro per una riuscita pubblicità di una ventina di anni addietro, dove una improbabile studentessa giapponese, capitata in Italia chissà come, sgallettata al punto giusto e con la vocina quasi da cartone animato, semina pillole di saggezza (logicamente orientale) spiegando la sua perfetta forma fisica con le quantità industriali di questo prodotto (anche spalmabile) che ingurgita, prodotto che, probabilmente piace molto alla signora adepta del salutismo part-time.
Tirando le somme:
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La ricotta di pecora no, è grassa, sia mai, anatema!
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Il parmigiano invece si, mah?
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Il mascarpone pure, doppio mah…
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Il sedicente “quasi-formaggio” si.
Ho paura che la signora come tanti, abbia le idee un po’ confuse, e che il suo, come per tanti altri, sia un salutismo part-time, cosa ben poco razionale, fatta solo di luoghi comuni…
Poco da fare, la soluzione al busillis è sempre la stessa: il buon senso…
Mantenere per tutto la giusta misura, perché, e guarda caso… tanti cibi considerati veleno allo stato puro dai fautori del salutismo part-time, in realtà sono tra i più buoni e saporiti in circolazione…
Stasera a cena, focaccia con i cicoli (o ciccioli che dir si voglia)!
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?