Natale alle porte
Luminarie, regali & pandemia a parte, gli Italiani scalpitano ai blocchi di partenza per l’overdose calorica di fine anno.
Tra le tante cose che producono calorie extra da smaltire, negli ultimi anni un qualcosa ha letteralmente invaso le vetrine dei negozi e le tavole degli Italiani (e non…): il panettone artigianale.
Da nord a sud, passando per le isole, ovunque impazza il panettone artigianale
Non c’è più un fornaio o pasticcere che almeno una volta non si è cimentato nell’inventare il suo bravo panettone artigianale.
Il rischio “tormentone”, anzi, della panettone-mania, è già dietro l’angolo…
Intendiamoci, nell’ipercalorico mare magnum di mediocri panettoni (spesso presunti…) artigianali di ogni fatta, spiccano tanti prodotti egregi fatti da bravi professionisti, e trovate intelligenti che ri-attualizzano quel che alle origini era solo un dei dolci natalizi tipico di Milano e di qualche lembo di Lombardia.
Tralasciamo pure l’invadente e improbabile universo dei panettoni industriali, dove, a volte con profili organolettici modestissimi e senza vergogna, si trova davvero di tutto e di più.
Perfino “panettoni” con crema di asparagi dolce, oppure salati con timballo di maccheroni, roast beef e mortadella.
Dedichiamo allora attenzione solo al mondo dei panettone artigianale, mondo sommesso e per buona sorte dalla buona attitudine alla territorialità.
Tra i tanti panettoni artigianali da me assaggiati, ben più di qualcuno si è dimostrato sensorialmente e tecnicamente molto interessante.
Altri, hanno sfoggiato intelligenti e riusciti tocchi di territorialità ma, e non me ne vogliano gli orgogliosi artigiani che li realizzano, troppi invece, ma davvero troppi si sono dimostrati solo onesti ma modesti dolci di pasticceria, e talvolta soli meri esercizi di buon mestiere e nulla più, nonostante l’overdose di comunicazione profusa che vuol farci credere il contrario.
Fine
Credo che sia giunto il momento di chiamarli semplicemente dolci di pasticceria natalizia e non più panettoni.
Filologicamente e praticamente parlando, molti con il panettone hanno poco da spartire, indi… quanti di questi “Panettoni artigianali” vanno considerati ancora panettoni, visto che troppi dolci che si fregiano di questo titolo sono distanti anni luce dal concetto di panettone, alias quello delle origini, e non lo ricordano per nulla, neanche come vaga citazione?
Forse, l’unico trait d’union di questa apoteosi di dolci natalizi con il panettone “vero” è proprio il Natale!
Però, una certezza c’è: dopo natale, anche il migliore panettone artigianale invenduto, farà la stessa triste fine dei suoi colleghi industriali.
Concluderà la sua carriera mestamente come alternativa alle merendine, per colazioni e merende, o ancor peggio, inzuppato nel caffellatte…
P.S. – Per avere idea di cosa era il panettone delle origini, consiglio la lettura di un delizioso librettino.
Poche e intense pagine, adatto quindi anche ai non lettori di libri, specie umana prevalente nell’incarognita Italia del 21° secolo, librettino tra le altre cose, già recensito su questo sito…
Vedi – https://www.gastrodelirio.it/fabio-riccio/il-panettone-prima-del-panettone/2016/02/
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?