di Paolo Francesco Mandelli
Festival della Puttanata 2025 – Edizione milanese.
Milano, capitale morale (ma sempre meno), patria del design, della moda e delle tasse scontate ai miliardari, dove il suo sindaco si vende lo stadio di San Siro come fosse la casetta delle vacanze in campagna, non poteva certo mancare all’appello del Festival della Puttanata 2025.
La rassegna internazionale delle trovate gastronomiche più assurde, lussuose e perfettamente inutili, ideata e presieduta dal mitico Nusret Gökçe, in arte Salt Bae – il macellaio turco con la mano a spruzzo e l’occhiale scuro perennemente incollato alla faccia – approda finalmente nel cuore pulsante della locomotiva d’Italia. puttanata milanese

E chi poteva rappresentare Milano, città dove l’aperitivo costa più della spesa settimanale, se non lui: Philipp Plein, lo stilista tedesco del luccichio, del logo grosso come un cartellone e della felpa che brilla più di un SUV in Darsena?

Il tedesco ha deciso di ampliare il proprio impero con tre ristoranti e un hotel di lusso in città. Ma non bastava. Per vincere il Festival della Puttanata serviva il colpo grosso: un piatto che facesse impallidire sia Salt Bae, sia il catalano Bosco Jimenez, già noto per l’hamburger da 9.450 euro, condito con più zeri che proteine.
Ecco dunque la Regina della Puttanata 2025: la Pizza al Dom Pérignon da 1.400 euro.

Un’opera d’arte? No. Un’esperienza mistica? Forse. Una puttanata da manuale? Sicuro. Come spiega il maître, questa pizza nasce da sei mesi di estenuante ricerca per trovare il “perfetto bilanciamento tra impasto e Dom Pérignon”. Il celebre champagne, ovviamente, non viene “offerto” – parola volgare e proletaria – ma “integrato nell’ordine”, come fosse una tassa sullo snobismo. Il tutto completato da caviale, aragosta del Mediterraneo (probabilmente surgelata, visti gli asterischi), tartufo nero, wagyu e un misterioso formaggio “non meglio identificato”. Una sinfonia di lusso e incoerenza, servita su un piatto d’argento e accompagnata da una buona dose di autocompiacimento.
Le celebri Caviar Fries – 190 € per 50 g di caviale (1 kg a listino: 4.500 €)
Ma Plein non si ferma qui. Mentre aspetti la pizza, non vuoi forse stuzzicare qualcosa? Ecco allora le Caviar Fries, il contorno che costa quanto una Vespa 125: patatine al caviale, 50 grammi per 190 euro. Per i più audaci, c’è la versione da un chilo a 4.500 euro.

Ora, con grande umiltà (e un glorioso 18 in Analisi 1), proviamo a fare due conti: 50 grammi x 20 porzioni = 1 kg → 190 x 20 = 3.800 euro.
Consiglio agli investitori gastronomici: ordinate 20 porzioni piccole e risparmiate 700 euro. Con quei soldi, da Plein, se vi resta un filo di appetito, potete sempre concedervi la Crystal Caviar Potato 24k, una patata al cartoccio con crème fraîche, caviale e oro commestibile: 240 euro per un’esperienza che promette di ringiovanire la pelle e snellire il conto corrente.
A questo punto, il Festival della Puttanata 2025 – Edizione Milanese ha la sua vincitrice indiscussa. Premio “Puttanata d’Oro” alla pizza da 1.400 euro. Gra premio “Lusso Inutile” alle patatine da 4.500. Premio “Menù dell’Incoerenza“ alla patata al caviale con oro 24kt. puttanata milanese
Premio speciale “Milano da Bere“ a tutti quelli che berranno queste puttanate.
E noi? Noi, che ci eravamo indignati con Briatore per la sua pizza al pata negra da 60 euro al Crazy Pizza, oggi dobbiamo ammetterlo: cari amici milanesi, questa sera tutti dal compagno Briatore per Pizza, Pata Negra e Lambrusco a volontà!
Paolo Francesco Mandelli, classe 1969, (pessima annata ) architetto e gastronomo, si occupa dei due bisogni primari dell’uomo: casa e cibo.
Concordo pienamente con l’articolo.
Ritengo che ci sia una crescente decadenza caratterizzata da un’ostentazione eccessiva, quasi da “re Sole”.
È evidente che si è avviata una corsa ad accumulare gli ingredienti più costosi, semplicemente perché hanno un prezzo elevato, aspettando l’illuminato disposto a pagare 9.000 euro per un panino.
Ciò che fa ancora più male è che, alla fine, questo illuminato viene ascoltato solo perché può permettersi di spendere 9.000 euro per un panino.
Un giorno qualcuno pagherà 1 milione per mangiare “la merda del Manzoni “
Il Ligure