Il vino Biodinamico e il regista Paolo Genovese

Il vino Biodinamico e il regista Paolo Genovese

Signor Paolo Genovese, perchè non le sono simpatici i vini biodinamici?

Di Fabio Riccio,                  

Sono stato al cinema a vedere Perfetti Sconosciuti, da questo film nessuna aspettativa particolare, ne avevo già letto abbastanza sui giornali, e così, in “zona cesarini” e solo per una stima personale per alcuni degli ottimi attori del cast come Valerio Mastandrea, Giuseppe Battiston e Alba Rohrwacher quasi all’ultimo spettacolo, sono riuscito a vederlo.

Il vino Biodinamico e il regista Paolo Genovese locandinaNulla di nuovo sotto il sole… la regia di Paolo Genovese, i dialoghi e la sceneggiatura, professionalmente non fanno una piega, gli attori sono bravi, la storia fila bene.

Il film alla fine è godibile, forse un minimo verboso, ma in definitiva si muove con agilità senza troppi intoppi.

Non annoia, ecco.

Ma senza voler narrare in dettaglio lo svolgere del film, al vero più o meno prevedibile nel suo epilogo già dopo il primo quarto d’ora, e senza volermi addentrare nel terreno minato della critica cinematografica, devo dire che da buon gastrodelirante, mi sono arrabbiato (molto) quando in una delle prime scene si è parlato di un vino biodinamico con non celata ironia, una cosa quasi da “Bagaglino”.

Gentile signor Paolo Genovese, no: non ci sto!

Il vino Biodinamico e il regista Paolo Genovese affinitàNon mi sbeffeggi i vini biodinamici, dei quali sono (in generale) un convinto bevitore!

Chi legge Gastrodelirio ben sa il mio punto di vista sulla biodinamica.

Una pratica di sicuro rispettosa e “pulita” di interpretare tutto l’universo agricolo, (ad averne di più di aziende biodinamiche!) ma che in più aspetti, visto che è stata postulata da un filosofo e non da un agronomo, quale era Rudolf Steiner, sconfina nell’esoterismo e nell’astrologia, (che non è una scienza, ma come diceva la compianta Margherita Hacksolo un simpatico gioco di società), quindi, ben lontana dalla razionalità scientifica. Punto.

Il vino Biodinamico e il regista Paolo Genovese corno
La preparazione di un corno letame

Nonostante questo, la biodinamica, sfoltita dal suo lato esoterico-irrazionale, porta quasi sempre a risultati produttivi molto interessanti, e questo in special modo nel mondo enologico, dove i vini prodotti secondo i disciplinari dell’agricoltura (e della vinificazione) biodinamica, sono quasi sempre di grande fascino e qualità, oltre che molto più salubri rispetto ai cosiddetti “vini convenzionali”

Quindi… a inizio film, il vedermi la brava Alba Rohrwacher con in mano una bottiglia di vino Biodinamico, ironizzare (anche sul prezzo) sottolineando quasi come fosse un doppio senso e anche più volte, che è un vino biodinamico (manco fosse nitroglicerina oppure uno Château Margaux di grande annata…) non mi è assolutamente piaciuto.

L’ho trovato intellettualmente scorretto.

Caro signor Paolo Genovese, non mi è affatto piaciuto il voler appioppare, e questo neanche tanto tra le le righe, a questo vino una patente di eccentricità o di “cosa” alla moda.

Il vino biodinamico è tutt’altra cosa. Punto.

Mi perdoni il paragone forse irrispettoso, anzi: il déjà vu, in questa scena del film (ma anche una volta arrivati alla cena) mi è sembrato di veder evocate, pur sotto diverse spoglie, certe tristi battute che taluni (e dimenticabili) comici del Bagaglino facevano sulla nouvelle Cuisine, ridicolizzando il tutto, non certo a ragion veduta.

La creazione di un luogo comune…

William Trivelli Il vino Biodinamico e il regista Paolo Genovese
Acquerello di William Trivelli

Battute dozzinali, ma battute che con la loro popolarità, frutto dei milioni di spettatori che seguivano il Bagaglino e il suo improbabile Carro di Tespi, hanno lasciato il segno in una certa fascia di pubblico, contribuendo a creare un errato e difforme significato per un termine (la Nouvelle Cuisine), che così nella vulgata comune dell’Italiano tele-dipendente è diventata sinonimo di porzioni microscopiche, e di sapori strambi (ma pagati a carissimo prezzo).

Sfruttando lo stesso meccanismo di superficialità, il vino biodinamico da portare a cena a casa di amici, in questo film sembra quasi un oggetto “alla moda”, o forzando un po’ i termini, apotropaico, da portare solo perché “tira” e non perché si ha la consapevolezza di cosa sia realmente.

Eh… si: 25 euro di vino biodinamico, ripete più volte Alba Rohrwacher.

Caro signor Paolo Genovese, ci ha mai pensato?

Peccato per questa fragorosa caduta, ben poco gastrodelirante, e molto da luogo comune, perché il film che lei ha diretto si fa vedere con piacere.

Poi… una domanda: ma lei, lo ha mai bevuto un vino biodinamico?

Il vino Biodinamico e il regista Paolo Genovese

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